Fanny Ardant a Bologna: "L’amore è sempre fuorilegge"

La signora della Nouvelle Vague ieri al Biografilm per presentare il suo ultimo film ’Gli amanti giovani’: "Di questa storia mi piace tutto"

Fanny Ardant al biografilm festival 2022 (Fotoschicchi)

Fanny Ardant al biografilm festival 2022 (Fotoschicchi)

Bologna, 21 giugno 2022 - Il sorriso di Fanny Ardant . E lo sguardo. Poi la maniera in cui gesticola, gli anelli grandi e lavorati che ama – in argento – e che ricoprono tutte le dita delle mani. Non si può non essere un po’ voyeuristi, mentre una delle signore della Nouvelle Vague racconta – in italiano perfetto – il suo ultimo film ’I giovani amanti’ d i Carine Tardieu (dal 23 giugno nei cinema con distribuzione I Wonder), che ha chiuso ieri sera la diciottesima edizione del Biografilm , un successo si può dire, soprattutto nella scommessa di riportare il pubblico al cinema, dopo le problematiche della pandemia. Si sono contati 15.000 spettatori–eroi, si può dire, anche perché l’aria condizionata spesso assente nelle sale ha richiesto un certo ’impegno’ di resistenza – quelli che hanno goduto della kermesse che ha premiato ’ After a Revolution’ di Giovanni Buccomino (primo regista italiano a vincere il concorso internazionale) e ’Divas’ di Máté Korösi per l’opera prima (nuovi talenti) e il Young Critics Award. ’ Non sono mai tornata indietro’ Silvana Costa vince invece per Biografilm Italia.

Ma ieri gli occhi erano tutti per lei, la signora del fascino francese.

Signora Ardant, l’amore è considerato ormai qualcosa di prevedibile e invece nel film che interpreta c’è la storia di una relazione che ancora è considerata un tabù. Perché fa ancora scalpore un amore tra un uomo e una donna più anziana?

"La nostra società che sembra così libera, senza tabù, che sembra non avere più limiti nella libertà sessuale… è invece molto convenzionale. E stranamente, se uno guarda la letteratura del 1800, Balzac, Stendhal, Tolstoj, ci sono sempre storie con un giovane adolescente e delle donne più grandi, un tempo avevano trent’anni oggi sessanta o settanta. E anche nella mitologia ci sono vari esempi, quindi mi colpisce il fatto che ancora nel 2022 questa cosa possa sorprendere. Ma forse la società vede la storia d’amore associata alla procreazione e invece l’amore è dinamite, gli amanti sono fuorilegge. Po c’è la questione della vita sessuale dei genitori che resta tabù".

Questa storia le è piaciuta subito?

"Quando mi sono buttata in questo film, e io so di non avere razionalità quando lo faccio, perché sono molto viscerale, l’ho fatto perché mi piaceva questa storia: non ho certo pensato di accettare perché potevo dare così ’una lezione alla società’... Ho letto la sceneggiatura tutta di un fiato perché volevo sapere come andava a finire, tutto mi piaceva. Anche perché sono sempre stata convinta che nella vita la cosa più importante sia l’amore: perduto, che comincia… Se si riflette bene la vita è sempre ritmata dal posto che l’amore prende in essa".

Lei ha lavorato con Scola, Lelouch, Resnais, Truffaut. Come ricorda questi maestri nel fare cinema?

"E’ difficile parlare nel concreto, perché i grandi registi avevano in comune la passione. E aggiungo Antonioni, perché io ho fatto il suo ultimo film, ’Al di là delle nuvole’ , ho ammirato la sua regia infernale, malgrado tutto. Quando penso ai registi mi viene in mente chi aveva passione e chi non l’aveva, dunque… La marca di un grande regista è che la sua passione è integra, come i bambini nel cortile della scuola che giocano con le biglie. Rimettersi in discussione, non avere alcuna certezza, questo mi toccava, vedere la vulnerabilità di un grande maestro, che grande lezione. Se poi il film non riesce al massimo… ça ne fait rien . Aver vissuto due mesi così sul set dà desiderio di vivere".