Farmacie e medici presi d’assalto Chi cerca il tampone e chi l’esonero

In molti vanno dal dottore e denunciano allergie o altri problemi per avere l’esenzione dal vaccino. Allegrini: "Arrivano a decine, forse pensando che sono un no-vax, ma è davvero difficile diagnosticarle"

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In farmacia ormai si lavora solo con i tamponi, o almeno così sarebbe se si desse spazio all’onda d’urto delle richieste. Incontenibili. Il telefono suona in continuazione. Un delirio. Alla Novelli a Ponte San Pietro si procede al ritmo di 200 tamponi al giorno, agende piene almeno fino a mercoledì. “Non è possibile fronteggiare una mole tale di richieste – dichiara il dottor Salvatore Ingrosso, portavoce dei farmacisti privati –. Se abbiamo ancora 15mila non vaccinati nella nostra area questo significa 50mila tamponi alla settimana che le nostre farmacie e i pochi centri autorizzati devono eseguire. Non è possibile“.

Altri cercano vie alternative come quella del certificato medico che possa esonerare dal vaccino. Il dottor Aldo Allegrini si sta vedendo piombare in ambulatorio richieste da tutta la regione. “C’è un grosso equivoco alla fonte – spiega – Il fatto che sono stato in prima linea nel momento dello scoppio della pandemia e nelle zone focolaio, che ho cercato le cure adeguate, evidentemente ha indotto molti a pensare che sono un no vax. Così si presentano nel mio ambulatorio denunciando le allergie più strane o più normali. Quella alle graminacee, un’altra, del tutto presunta, ai funghi dedotta dal fatto che ci sono manifestazioni di acne sulla pelle. Tutto ciò dovrebbe convincermi, nelle loro aspettative, a firmare un certificato di esonero dal vaccino. Non scherziamo“.

“Quello che rilevo – aggiunge il dottor Allegrini – è che hanno una paura vera e assoluta del vaccino. Davvero credono che sarebbe il veicolo per iniettargli chissà cosa. Ma è difficile trovare delle vere intolleranze agli eccipienti del Pfizer“.

Molti, intanto, tentano di ripiegare adottando politiche attendiste. Quindi cercano di strappare dal medico curante la possibilità di fare accertamenti rispetto a possibili controindicazioni. Con i tempi dettati dalle liste di attesa per gli esami in questo modo magari tentano di guadagnare un mese o due di green pass, una piccola vittoria per loro nella speranza che l’obbligo vaccinale si fermi effettivamente al 31 dicembre.

“E’ vero che ho cercato di curare il Covid, facendo semplicemente ciò che un medico deve fare, ovvero appunto curare i pazienti – sottolinea il dottor Allegrini – Questo non significa che sono no vax perchè se con le cure ho il due per mille di mortalità magari con il vaccino ho lo 0.2 per milione. Se la curva del contagio si sta abbassando è merito del vaccino al quale sono ricorso io stesso e praticamente tutta la mia famiglia, senza particolari effetti collaterali“.

Laura Sartini