Molestie a Greta Beccaglia: "L’atteggiamento in studio grave quanto l’aggressione"

L’associazione Artemisia, impegnata nel contrasto alla violenza, condanna il gesto e l’atteggiamento del conduttore della trasmissione: “Prendere posizione, non minimizzare”

Greta Beccaglia

Greta Beccaglia

Firenze, 28 novembre 2021 – “Quello che è avvenuto in studio è grave quanto la molestia stessa”. Ferma condanna di quanto accaduto in diretta tv al termine della partita Empoli-Fiorentina, da parte dell’associazione Artemisia, da anni impegnata nel contrasto alla violenza e ad ogni tipo di abuso contro donne, bambini e adolescenti. Chi era in studio, invece di condannare il gesto e il molestatore, ha invitato la collega a “non prendersela”.

Un episodio gravissimo, avvenuto nei giorni in cui è massima l’attenzione sul contrasto alla violenza nei confronti delle donne. Reso ancora più grave, come fa sapere Artemisia attraverso Ilaria Bagnoli, responsabile direzione area servizi dell’associazione, dal fatto che verso la giornalista Greta Beccaglia non si è sentita alcuna parola di solidarietà da parte del conduttore.

Ilaria Bagnoli, come commenta quanto accaduto?

“Si tratta dell’ennesimo episodio di sessismo ai danni di una giornalista. Troviamo grave, come Artemisia, sia le molestie subite sia l’atteggiamento minimizzante da parte del giornalista in studio, che invece di difendere, prendere posizione, condannare moralmente e stigmatizzare il fatto, ha cercato di minimizzarlo. Questo è grave perché sottolinea una cultura sessista che tollera atteggiamenti di violenza e molestie nei confronti delle donne: atteggiamenti verso cui invece è importante prendere posizione. Artemisia lo fa tutti i giorni, ma deve farlo anche la collettività. Davanti a una molestia sessuale è importante posizionarsi contro: l’aver minimizzato è un fatto grave”.

Cosa pensa del fatto che questa molestia sia avvenuta al termine di una partita di calcio?

“Non è il primo episodio a cui assistiamo, in cui una donna giornalista o arbitra viene aggredita. Questo dimostra che siamo ancora in una cultura in cui ci sono sport maschili e sport femminili. Sicuramente il mondo del calcio, tradizionalmente maschile, è un ambiente ostile: ma non è l’unico. E ripeto: davvero grave è il commento del giornalista, quanto l’aggressione stessa”.

Cosa fare per evitare che episodi simili possano ripetersi in futuro?

“Bisogna continuare a fare cultura della non violenza, cultura del rispetto, della valorizzazione dei diritti di ciascuno e di ciascuna. Bisogna iniziare a fare prevenzione, e la si fa anche posizionandosi in maniera chiara e netta. Davanti a un atteggiamento di molestia è fondamentale l’atteggiamento della collettività, di tutti e di tutte. È così che si fa prevenzione, è così che insegniamo ai bambini e alle bambini a non tollerare, a reagire, a scandalizzarsi davanti ad atti di questo tipo”.

Qual è il comportamento corretto da tenere in questi casi?

“Non si deve mai minimizzare, come invece è stato fatto. Si doveva dare supporto alla collega, farle sentire che non era sola. Anche rispetto alla collettività sarebbe stato fondamentale condannare pubblicamente e nettamente quell’atteggiamento violento che è avvenuto in diretta. Il conduttore, invece di minimizzare, avrebbe dovuto porsi in maniera di non tolleranza rispetto alla molestia accaduta, a cui abbiamo assistito tutti. Lavorare sulla cultura della non violenza significa prendere posizione, esporsi in termini di ferma condanna. Questa è la possibilità che abbiamo per cambiare le cose”.

Maurizio Costanzo