Gita negata al bambino disabile. L’ira del babbo: "È una pugnalata"

"Quello che è successo è gravissimo: lasciato in classe, mentre gli altri hanno preso l’autobus"

La famiglia Massaini. Il babbo Duccio con la moglie

La famiglia Massaini. Il babbo Duccio con la moglie

Firenze, 1 giugno 2022 - "Questa è stata l’ultima goccia che ha fatto traboccare l’ultimo vaso, voglio sapere perché mio figlio disabile non è stato portato in gita oggi con la sua classe". Parla con tutta la rabbia che ha in corpo, che non riesce però a nascondere il suo dolore, Duccio Massaini, babbo di Cosimo, bimbo di 9 anni, affetto dalla sindrome di McCune-Albright-Sternberg, o sindrome fibrosa poliostosica. "Quello che è successo è gravissimo, e voglio una risposta, stavolta davvero – continua Duccio -. Cosimo ha 9 anni e frequenta la scuola primaria La Pira, che aveva organizzato un’uscita di classe verso l’istituto Saffi, per una lezione di bon-ton, e già questo mi pare comico. Inizialmente questa gita sarebbe dovuta essere il giorno dello sciopero, per poi essere spostata al 31 maggio. Venerdì scorso la maestra ha detto a mia moglie che avremmo dovuto portare noi famiglia il bambino direttamente alla struttura, perché la scuola non aveva trovato il pulmino adibito anche alla carrozzina.

Purtroppo io ho aperto un’attività da poco e non ho la patente, mia moglie aveva un appuntamento improrogabile, e abbiamo spiegato che non saremmo riusciti a portarlo. Poi però mi sono cascate le braccia, perché il giorno della gita ho accompagnato Cosimo in classe, dove era con la sua maestra di sostegno, e pochi minuti dopo ho visto la sua classe prendere l’autobus di linea alla fermata, e mio figlio era stato lasciato in classe. Tutti i mezzi di trasporto pubblico hanno la pedana per le carrozzine (come confermato anche da Autolinee Toscane ndr), quindi semplicemente la scuola non ha voluto portare Cosimo in gita, e adesso voglio sapere perché, voglio delle risposte. La vita di una famiglia con un bambino disabile, afflitto da una malattia rara è difficilissima, se anche le istituzioni come la scuola ti voltano le spalle, o come in questo caso fanno di peggio, diventa davvero insostenibile. Questa per noi è stata una vera pugnalata, sapere che mio figlio è rimasto in classe e i suoi compagni sono usciti è stato un dolore fortissimo".

In merito alla questione si è espresso, provando a fare chiarezza, anche il preside dell’istituto comprensivo Le Cure, Maurizio Gagliardi. "La gita era programmata per il 30, giorno dello sciopero – spiega -. Il bambino ha bisogno di una corsa speciale nei mezzi pubblici, che era stata prenotata per il giorno inizialmente prefissato. A seguito dello sciopero la corsa programmata è saltata, e non era garantita la presenza della pedana per disabili. Avevamo parlato con la famiglia, e avevamo capito si fosse resa disponibile per portare il bambino nella sede della gita, se avessimo capito che non avrebbero potuto portarlo, ci saremmo attrezzati da subito per sistemare la situazione".