"Maestra, la guerra arriverà anche da noi?". Toscana, il tema del conflitto entra a scuola

La crisi Ucraina, ecco come se ne parla tra i banchi. Molte scuole lanciano appelli per la pace. Al liceo di Porta Romana, girotondo per dire "stop alle armi"

Il girotondo per la pace a Firenze

Il girotondo per la pace a Firenze

Firenze, 25 febbraio 2022 - “Maestra, ma la guerra verrà anche qui? Bombarderanno le nostre case?”. E ancora: “Com’è possibile fare la guerra nel 2022?”. “Non bastavano due anni di pandemia? I potenti della terra non pensano al bene delle persone…”. Inquietudini, timori ed interrogativi emersi nelle scuole fiorentine. Gli studenti sono rimasti molto colpiti dalle immagini di guerra che rimbalzano sui media. Nelle chat scolastiche girano brevi video realizzati su TikTok per raccontare, per immagini, quel che sta accadendo. E lo choc tra i giovani è palpabile, anche perchè le ferite della pandemia sono sempre lì, che fanno male.

Il liceo di Porta Romana chiede la pace
Il liceo di Porta Romana chiede la pace

“Qualche studente appena ha saputo dello scoppio della guerra tra Russia e Ucraina ha avuto dei veri e propri attacchi di panico - riferisce Laura Lozzi, dirigente del liceo di Porta Romana -. Come scuola, ci siamo mossi subito, pubblicando la bandiera della pace sul sito e stendendo dalla balconata la bandiera dell’Ucraina”.

Non solo. Stamani i ragazzi dell’istituto si sono riuniti in un grande girotondo per dire, tutti insieme, no alla guerra. Forti della loro creatività, presto realizzeranno degli striscioni per far sentire la loro voce. “Alcuni dei nostri alunni non si capacitano di come nel 2022 si sia potuti arrivare alla guerra - continua Lozzi -. Molti studenti vorrebbero far qualcosa per esser vicini ai bambini ucraini. Un comitato all’interno dell’istituto, che si occupa delle iniziative speciali, nei prossimi giorni penserà a come dare gambe ai desideri dei ragazzi”.

Anche sul sito del comprensivo Vespucci campeggia un messaggio contro la guerra. "È iniziata una nuova guerra in Europa. Sembrava impossibile che questa decisione prendesse il sopravvento, dopo che solo pochi mesi fa il conflitto afgano aveva dimostrato il fallimento totale della guerra e dopo due anni di emergenza sanitaria che hanno stravolto le vite di tutti noi , invece, anche questa volta, le scelte della politica ignorano la salvaguardia della vita delle persone”, si legge.

“Proprio ieri mattina mi è capitato di entrare in una classe particolarmente agitata - racconta la preside del comprensivo Vespucci, Francesca Cantarella -. Di fronte a quegli alunni troppo esuberanti, ho spiegato che non troppo lontano da qui ci sono altri bambini che non possono andare a scuola perchè c’è una guerra in corso. Le mie parole hanno avuto effetto perchè subito hanno abbassato lo sguardo e si sono rabbuiati”. Alla secondaria di primo grado Mazzanti, come riferisce la docente Cristiana Giovannetti, i ragazzi hanno dimostrato di “essere molto informati”. Hanno fatto molte domande precise, del tipo “se la Russia voglia ricreare l’Urss e se anche noi corriamo dei pericoli”. “Hanno chiesto perchè non interveniamo militarmente e quali saranno esattamente le sanzioni economiche”, fa sapere l’insegnante.