Perugia, in terapia intensiva solo no vax. Il primario: "In pochi ci hanno ripensato"

Parla Edoardo De Robertis, primario di anestesia e rianimazione all’ospedale di Perugia

Edoardo De Robertis, primario di anestesia e rianimazione

Edoardo De Robertis, primario di anestesia e rianimazione

Perugia, 17 novembre 2021 - "In rianimazione abbiamo pochi pazienti ricoverati per Covid, tutti no vax. Ma non sempre il ricovero si traduce in una presa di coscienza sull’importanza del vaccino. Nella maggioranza dei casi non ho notato che lo scontrarsi con la realtà abbia avuto la meglio sulla convinzione ideologica". A dirlo all’Adnkronos Salute è Edoardo De Robertis, primario di anestesia e rianimazione all’ospedale di Perugia, che dall’estate, su una ventina di pazienti ricoverati nella rianimazione della struttura umbra, ricorda "un solo paziente vaccinato: una persona fragile con più patologie". Il primario ammette di "non aver avuto molta esperienza di ‘pentimenti’.

Parliamo però di numeri molto piccoli - precisa - La casistica è limitata e i pazienti che vediamo non possono esprimersi, quindi non posso dire che la mia esperienza sia rappresentativa della realtà. Ho potuto osservare, però, l’impatto della malattia grave sul nucleo familiare": i parenti del ricoverato, se non vaccinati, "solo in pochi casi ci hanno ripensato. Molti continuano imperterriti ", riferisce De Robertis. "Siamo moderatamente preoccupati per l’incremento dei casi di Covid. Vediamo i contagi aumentare, ma non sappiamo l’impatto che ci sarà sui ricoveri, perché non sappiamo se sono infezioni di vaccinati, che normalmente non necessitano di ospedalizzazione, o di non vaccinati. Ci sarà un impatto, ma speriamo non in maniera così violenta. Dobbiamo ancora insistere sulle vaccinazioni, in primis sulla prima dose. La terza è fondamentale, ma il messaggio non può essere incentrato solo sul ’booster’ e tralasciare chi non ha fatto ancora la prima: la sfida sono le persone totalmente scoperte".