Pisa, 4 dicembre 2022 - Covid, influenza, che quest’anno sarà particolarmente ostica, e stagione fredda: un mix da monitorare con "attenzione". Il neodirettore di Malattie infettive, professor Marco Falcone, fa il punto con La Nazione.
Partiamo dal Coronavirus e dai ricoveri, quali i numeri?
"Nell’ultima settimana sono un po’ aumentati. Siamo stabilmente sui 60-70 ricoverati con Covid. Ma è chiaro che, salendo il trend dei contagi, cresce anche quello dei ricoveri".
Chi sono, adesso, i ricoverati?
"Chi ha magari la febbre, ma è in ospedale per altre patologie. Un 15-20% sviluppa però la polmonite da Covid. Sono i malati più anziani, fragili e, in particolare, gli immunodepressi".
Vi sono mai capitate persone che hanno contratto 5-6 volte la malattia?
"Mai visto. Se si ripete frequentemente il test può capitare che, ogni tanto, il tampone sia negativo e poi si ripositivizzi ma in realtà è la stessa infezione. Esistono invece sotto varianti di Omicron come Cerberus e Centaurus che hanno maggiore probabilità di infettare anche chi è guarito di recente, giugno o luglio. La sottovariante (che non sembra causare la malattia in modo più grave) non riesce a essere bloccata dalla risposta anticorpale innescata dalla precedente infezione".
Le cure, invece?
"Il caposaldo restano gli antivirali orali che hanno la capacità di non essere influenzati dalle varianti e sono sempre attivi nei confronti del virus: abbiamo differenti molecole e altre sono allo studio. Esiste ancora il ruolo degli anticorpi monoclonali. Poche le combinazioni, solo una in realtà mostra una certa attività nei confronti di Omicron BA4 e BA5 ancora oggi utilizzata. Si studiano nuovi farmaci".
Qualche nuovo progetto?
"Diffondere nel territorio la cultura del trattamento precoce del Covid. Fare in modo che i medici di famiglia, che hanno la possibilità, comincino a utilizzare con maggiore sicurezza gli antivirali orali. Questo riduce la prescrizione solo a carico degli ospedali. Noi abbiamo un laboratorio che ha trattato più di 1700 pazienti da inizio Covid. Ma occorre aumentare la conoscenza dei farmaci. L’altra potenziale novità è una serie di molecole interessanti. Per la polmonite, per esempio, si sta sperimentando l’aerosol".
L’influenza, già arrivata, nel 2022-23, sarà più complessa.
"Avremo un’epidemia influenzale nettamente più significativa, non solo rispetto al 2020-21, ma addirittura al 2019. E siccome causa un’infezione simile a quella del Covid attuale, dobbiamo tenere alta l’attenzione sul Covid, ma ancora più alta nei confronti dell’influenza per la quale bisogna vaccinarsi. Abbiamo a oggi già un numero triplo di casi rispetto al 2018-19. Andiamo verso un inverno difficile con il rischio del sovraccarico di Pronto soccorso e ospedali".