Ladri in casa con il reddito di cittadinanza: due erano nella banda dei finti poliziotti

Nella gang ,anche gli accusati del commando che rapinava gli automobilisti fingendosi agenti. La procura li accusa di associazione per delinquere: razzìa di orologi e soldi

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AREZZO Sono finiti in carcere per associazione a delinquere finalizzata alla commissione di furti in abitazione: un’intera banda. La maggior parte stipendiata con il reddito di cittadinanza. Due di loro sono gli stessi del commando che, a inizio anno, ha terrorizzato gli automobilisti travestendosi da finti poliziotti, fermando le auto tra le province di Arezzo e Perugia e rapinando i malcapitati. Si tratta di Paolo Hudorovich e Tony Hudorovich. In particolare in Valdichiana i finti agenti avevano preso di mira una coppia di Castiglion Fiorentino con modalità particolarmente violente: chiudendo lui nel bagagliaio e minacciando lei e, a Montevarchi avevano anche rapinato l’auto usata poi per i colpi. Nello stesso periodo sono state segnalate anche altre tentate rapine, sempre con lo stesso stratagemma: lampeggiante, paletta e pettorina in bella vista. I due sono accusati di far parte di una vasta organizzazione, sedici indagati in tutto, ritenuta responsabile di numerosi furti tra le province di Arezzo, Siena e Perugia. In manette sono finiti anche un omonimo Paolo Hudorovich, e Massimiliano Hudorovich. Per altri componenti della stessa banda-famiglia, Daniela Hudorovich, Giuseppe Hudorovich, Katia Braidic, Scilla Kalderas e Anna Valentina Magrini sono stati disposti i domiciliari. In particolare, in provincia di Arezzo vengono loro contestati i furti commessi ad Anghiari nel dicembre del 2019, a Cortona nel gennaio 2020, a San Polo nel febbraio 2020 e, a pochi giorni di distanza, anche a Saccione e Rigutino, nella stessa giornata, il 19 febbraio dello scorso anno. Soprattutto orologi, soldi e gioielli. Ma anche tv e carte di credito. I magistrati, però, ritengono che l’associazione sia attiva da anni e che quella scoperta sia solo una piccola parte dei crimini messi a segno. Tutti e sedici gli indagati hanno già precedenti per reati contro il patrimonio. Gli investigatori hanno descritto i membri della gang come "efferati e senza scrupoli". L’associazione poteva contare su una struttura molto articolata che comprendeva basi logistiche definite, auto di grossa cilindrata per affrontare eventuali inseguimenti da parte delle forze dell’ordine, una sistematica distribuzione dei compiti. I colpi venivano pianificati sempre dopo un attento sopralluogo, e ne sono risultati parecchi in tutto l’Aretino. Le indagini della polizia di Assisi sono durate oltre un anno e hanno permesso di arrestare in flagranza alcuni dei componenti della banda, altre volte gli agenti sono riusciti a recuperare la refurtiva e restituirla ai legittimi proprietari. Le indagini consentiranno di appurare se sono responsabili anche di altri furti, magari degli stessi che hanno fatto passare giornate d’inferno e notti insonni a tante famiglie aretine nelle scorse settimane. Dory D’Anzeo