Liste d’attesa e visite specialistiche. Trenta milioni per abbattere i tempi in Toscana

Omicron ha bloccato cinquecentomila esami e oltre 37mila interventi chirurgici. I privati in campo

La variante Omicron ha mandato all’aria il programma degli interventi chirurgici

La variante Omicron ha mandato all’aria il programma degli interventi chirurgici

Firenze, 4 febbraio 2022 - "Entro giugno vogliamo far rientrare al 90% le attese per interventi chirurgici, visite ed esami diagnostici entro i tempi previsti dalla legge regionale". Dà un obiettivo sfidante alle aziende sanitarie e ospedalierouniversitarie l’assessore per il diritto alla salute Simone Bezzini. Proprio mentre si stava cominciando a smaltire il cumulo dell’arretrato del 2020 e della terza ondata della primavera 2021, Omicron ha fatto saltare tutti i piani. E la Toscana si ritrova ora con mezzo milione di visite specialistiche ed esami diagnostici in arretrato da fare. Mentre sono oltre 37mila gli interventi chirurgici da affettuare per tornare in pari o quasi.

Numeroni, per i quali la Toscana chiamerà in causa anche i privati. Impossibile pensare, con il personale stremato, di fare tutto in casa. A tal proposito lunedì ci sarà un vertice in assessorato alla salute. Nella Finanziaria infatti è stato previsto un incremento del fondo sanitario che lo Stato destina alle Regioni (circa 2 miliardi) di cui 500 milioni dovranno essere finalizzati all’abbattimento delle liste d’attesa, uno dei mali mai debellati della sanità italiana, e forse il peggiore che affligge quella toscana. Nella nostra regione, per effetto della redistribuzione, toccheranno 31 milioni e 400mila euro. La volta buona per agganciare il rientro alla normalità.

Per la chirurgia le liste più lunghe sono formate da pazienti che aspettano protesi ortopediche e interventi di chirurgia generale (in particolare per ernie, cisti e colecisti). Gli interventi urgenti e oncologici sono stati sempre garantiti. Per quanto riguarda la diagnostica, risonanze magnetiche e tac hanno i tempi più lunghi ma anche ecocolordoppler degli arti inferiori. Poi le endoscopie: gastro e colonscopie. Infine le visite: le specialistiche con le attese più lunghe sono per il reumatologo e l’allergologo, ma fuori dai tempi previsti la lista è lunga.

Il bottino di oltre 30 milioni dovrà essere ben calibrato. E già dai prossimi giorni gli infermieri dovranno cominciare a ripulire le liste, chiamando le persone in attesa: spesso lo stesso cittadino quando non trova risposta si mette in attesa in vari ospedali. I fondi saranno spesi per la produttività aggiuntiva del personale (una sorta di superstraordinario) che consentirà di lavorare più ore. Ma anche per coinvolgere il privato: gran parte della chirurgia, delle visite e degli esami che le aziende del servizio sanitario pubblico non riuscirà a garantire sarà affidata alle cliniche e agli istituti convenzionati.