Il Lario si conferma zona fragile: "Centinaia le situazioni a rischio"

Fabrizio Curcio, il capo della Protezione Civile, ha lanciato l’allarme nel corso di un’audizione a Montecitorio

In azione

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Dervio (Lecco) - Con il ritorno del sole si è stemperata la paura a Dervio dove per ventiquattrore hanno rivissuto l’incubo dell’estate del 2019, quando il Varrone era esondato sollevando un’onda di fango che aveva sommerso il paese. Questa volta gli argini hanno retto anche se tutti gli occhi erano puntati sulla diga di Pagnona, riempita fino all’orlo dalla forza delle acque che ha superato 70 metri cubi al secondo di portata. Il sindaco Stefano Cassinelli temendo il peggio nel tardo pomeriggio di ieri aveva deciso di firmare l’ordinanza di evacuazione del campeggio, organizzando l’accoglienza in oratorio per i 120 ospiti che solo dopo la mezzanotte sono potuti tornare ai loro alloggi. Per tutta la notte la Protezione civile e i volontari hanno monitorato i punti più critici lungo il corso del Varrone e in mattinata è intervenuto un camion con un ragno meccanico per rimuovere alberi e detriti trascinati dalla corrente, così da mettere in sicurezza i ponti. Il Varrone non è stato l’unico fiume a creare guai, a Introbio nel tardo pomeriggio di ieri un ragazzo che stava tentando di attraversare il Pioverna è rimasto bloccato a metà del guado dalla forza delle acque. A recuperarlo ci hanno pensato due squadre Saf dei Vigili del fuoco di Lecco che lo hanno raggiunto portandolo in salvo. Il prefetto Castrese De Rosa ha ringraziato la Protezione civile "che ha dato concreta prova di efficienza nella gestione della macchina dei soccorsi, non facendo mancare ad alcuno sostegno e aiuto".

Danni ingenti non sono mancati anche sull’altro ramo del lago, a Torno ci sono stati otto sfollati al Pian del Tivano per un torrente che è esondato provocando una voragine di fronte ad alcune abitazioni. Ieri mattina l’allarme maltempo sul Lario è finito tra gli argomenti trattata dalla Commissione Territorio e Ambiente che a Montecitorio ha ascoltato i vertici di Protezione Civile e dell’Anas. "Sono centinaia le potenziali frane in provincia di Como che si possono attivare – ha spiegato il capo del dipartimento della Protezione civile Fabrizio Curcio – Queste situazioni sono molto caratteristiche sul fatto che intervengono non solo su abitazioni, aziende, attività, commerciali, ma anche su strutture di trasporto, comportando spesso isolamento di aree". Il quadro di un territorio più che mai fragile, come ha dimostrato l’eccezionale ondata di maltempo che ha letteralmente messo in ginocchio la sponda comasca del Lario, causando danni per decine di milioni di euro. Secondo le stime di Anas solo per riparare gli ultimi danni sulla statale Regina serviranno non meno di 950mila euro.