No Green pass in abiti da deportati a Novara, il presidente Cirio: "Carnevalata indegna"

Al coro di critiche contro chi ha sbeffeggiato la memoria dei lager si uniscono i vertici della Comunità Ebraica: "Esistono frontiere invalicabili". Domani presidio a Milano

La protesta choc dei no Green pass di Novara

La protesta choc dei no Green pass di Novara

Novara - Si moltiplicano le reazioni indignate al gruppo di manifestanti “no Green pass“ di Novara, che ha sfilato in abiti da deportati nei campi di sterminio nazisti. “Esistono delle frontiere invalicabili. Frontiere della responsabilita’ e della memoria che dovrebbero essere difese con ogni forza nel nome non soltanto di una parte ma dell’insieme di una collettivita’ che tuteli il pluralismo di idee e opinioni e di valori irrinunciabili posti alla base del vivere e stare insieme”, dice Noemi Di Segni, la Presidente dell’Ucei, l’Unione delle Comunita’ ebraiche italiane in relazione alla manifestazione di Novara. 

Il Memoriale della Shoah di Milano, la Comunità ebraica di Milano e la Comunità di Sant'Egidio danno appuntamento martedì 2 novembre 2021 alle 18 davanti al Memoriale della Shoah per contrastare l'oltraggio alla memoria della persecuzione e deportazione. Spiegano i promotori: «Basta con le stelle gialle, le casacche a righe dei prigionieri dei campi e i simboli di Auschwitz usati dai no green pass. Non accettiamo paragoni tra le cure contro il virus e lo sterminio di persone innocenti. La nostra coscienza civile si ribella al confronto tra la distruzione degli ebrei d'Europa e norme che proteggono i cittadini. Chiediamo rispetto per le vittime, coscienza della storia del nostro paese e difesa della memoria che ci unisce»

«Manifestare è un diritto, farlo in questo modo è inaccettabile». Così il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, a proposito della manifestazione di sabato sera a Novara dei No Green Pass che hanno sfilato come fossero deportati. L‘Italia, aggiunge, «è un Paese libero. Ma questa libertà, la nostra, non è stata gratuita. Ha avuto un prezzo, altissimo, che altre persone hanno pagato per noi. Sulla loro pelle. Per chi è stato rinchiuso in un campo di sterminio le tute a righe, il marchio dell‘inchiostro, il filo spinato, non sono stati i travestimenti di una carnevalata vergognosa. Contro l‘ignoranza la strada è ancora lunga».

“Un grave danno d’immagine nei confronti dell’Azienda ospedaliera universitaria di Novara: valuteremo nei prossimi giorni se e quali provvedimenti adottare” Il direttore generale dell’AOU di Novara, Gianfranco Zulian, interviene dopo la manifestazione di sabato guidato da una dipendente dell’ospedale, Giusy Pace. “Pur rispettando il diritto di chiunque di manifestare - afferma Zulian - non possiamo non rilevare i contenuti vergognosi e indegni di una societa’ civile quale la nostra. Paragonare le norme sul “green pass” ai campi di sterminio e’ un abominio che dimostra anche l’assoluta mancanza di conoscenza di quel terribile periodo storico”. “Il comportamento della nostra dipendente - conclude Zulian - tra l’altro e’ stato stigmatizzato anche dal suo sindacato di riferimento”.

Anche l’Ordine provinciale dei medici chirurghi e odontoiatri di Novara interviene dopo la manifestazione. “Non intendo entrare nel merito di una vicenda vergognosa che e’ gia’ stata commentata un po’ da tutti, istituzioni e partiti politici e che ha gettato discredito sull’intera citta’ - afferma il presidente dell’Ordine, il Federico D’Andrea - ma vorrei cogliere l’occasione per riaffermare che il cosiddetto “green pass” e’ un provvedimento di buon senso e che ha permesso che si possano svolgere le piu’ svariate attivita’ economiche. Lungi da essere una misura liberticida, e’ una norma che va a tutela di tutti i cittadini”.

“Quel manipolo di no vax che a Novara si traveste da deportati ebrei è uno spettacolo indegno e un‘offesa a milioni di vittime della ferocia nazifascista. Non è tollerabile che si scambi la libertà di protestare con la pretesa di oltraggiare, provocare e farsi beffe del dolore e della sofferenza. Non credo esistano parole adeguate per qualificare il comportamento di quelle persone“. Così Debora Serracchiani, capogruppo Pd alla Camera.