Nuove regole per la Dad, è già caos-scuole

La rivoluzione per quanto riguarda la quarantena di studenti e docenti manda in tilt il sistema: "Manca la comunicazione con l’Asl"

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A distanza di qualche giorno dal via libera alle nuove disposizioni Covid per le scuole si è scatenato è un vero e proprio caos per la gestione della quarantena di studenti e docenti. I presidi pistoiesi stanno chiedendo ad alta voce ulteriori spiegazioni all’Asl perché al momento non è chiaro quali tipi di tamponi servono per rientrare in classe, i tempi necessari affinché l’Asl dia il proprio consenso, e, soprattutto, quando deve scattare l’isolamento per i docenti coinvolti, anche per quelli vaccinati. "Stiamo cercando di capire come comportarci – spiega il preside del liceo scientifico Savoia, Paolo Biagioli – Quali tipi di tamponi servono per gli studenti? E per i professori vale la regola delle quattro ore consecutive in un giorno a contatto con il positivo o vanno aggiunti anche i contatti avuti nei due giorni precedenti? È tutto ancora poco chiaro". "Io ho contatto diretto con la dottoressa dell’Asl – spiega la dirigente del comprensivo Frank-Carradori, Margherita De Dominicis – Purtroppo ci troviamo davanti a situazioni particolari perché fino a quando non abbiamo il via libera dell’Asl non possiamo comunque accogliere gli studenti in classe dopo il tampone negativo. È chiaro quindi che la didattica a distanza si allunga di qualche giorno". "Le mie classi sono rientrate dopo la quarantena – sottolinea Graziano Magrini, a capo del Fedi-Fermi – Ma stiamo aspettamdo dall’Azienda sanitaria un protocollo condiviso e valido per tutte le scuole per dare indicazioni precise alle famiglie. Al momento ci sono problematiche da risolvere e spero che le risposte che cerchiamo arrivino presto".

Nel dettaglio, con le nuove disposizioni i presidi hanno il potere di mettere in quarantena preventiva un’intera classe dopo il primo caso positivo. La circolare del Ministero spiega che, in questo caso, gli studenti possono rientrare dopo aver effettuato un tampone che risulta negativo. Lo stesso tampone va poi ripetuto dopo cinque giorni. Ma è l’Azienda sanitaria che in teoria dovrebbe dare il via libera per il rientro e, in base alla situazione che emerge dopo i tamponi, capire se la classe coinvolta e gli stessi docenti devono continuare la quarantena o no. Un mix di responsabilità che, ad oggi, quindi, comporta ancora la didattica a distanza. "Siamo nel limbo – ci racconta una mamma che ha la figlia a casa perché in classe un compagno è risultato positivo – La preside ci tiene in quarantena preventiva in attesa che si pronunci l’Asl, dall’altra parte l’azienda sanitaria non si è fatta ancora sentire e quindi non sappiamo quando i bimbi potranno rientrare a scuola. Va poi considerato che, in realtà, non ci è arrivato alcun provvedimento dall’azienda sanitaria e quindi in teoria fuori dalla scuola mia figlia potrebbe andare ovunque. Ci è solo arrivata una comunicazione dalla scuola in cui ci chiedono di sottoporre ad un test i nostri figli. E poi la questione tamponi – aggiunge arrabbiata – I pediatri non hanno il programma per fare il tampone relativo a questa tipologia di casi, in farmacia valgono solo per il Green pass quindi per essere ’collegati’ con l’Azienda sbisogna spendere 50 euro e recarsi in strutture accreditate perché nei drive pubblici non c’è quasi mai posto. È normale? Nel frattempo stiamo andando avanti con la didattica a distanza, quindi il problema non è risolto ma al contrario hanno complicato la vita di noi genitori".

Michela Monti