Corpo di donna fatto a pezzi nella scarpata a Borno, il killer come un chirurgo

Sezionata con perizia e tenuta in cella frigorifera. La vittima è bianca, minuta, con capelli neri e unghie lilla. Non è schedata

I carabinieri a Borno

I carabinieri a Borno

Borno (Brescia), 23 marzo 2022 -  La donna fatta a pezzi e gettata in un dirupo tra i monti della Valcamonica è un fantasma. Sconosciuta alle banche dati delle forze dell’ordine in tutta Italia. Parte in salita l’inchiesta sul cadavere trovato tra i monti di Borno, nel Bresciano, smembrato e infilato in quattro sacchi neri della spazzatura gettati tra i rovi ai piedi della provinciale 5 che collega Paline, 70 abitanti, e la Val Di Scalve, già in provincia di Bergamo. Nelle scorse ore investigatori e inquirenti sono riusciti a prelevare le impronte digitali dai polpastrelli. La vittima, irriconoscibile, ha il volto sfigurato dal fuoco, ma conservava quell’elemento utile per un’identificazione. Ma non sono emersi riscontri.

Così il mistero dai risvolti horror si sta complicando. La donna è stata ammazzata, in parte bruciata, divisa con mano ferma e professionale in almeno 15 pezzi e poi probabilmente occultata in una cella frigorifera. Fra gli elementi inquietanti del giallo c’è anche il lavoro da macellaio del killer, che ha poi congelato i brandelli, per disfarsene solo in un secondo momento, poco prima del ritrovamento. Queste almeno sono le ipotesi dei carabinieri e del pm Lorena Ghibaudo sulla scorta di una prima ispezione cadaverica. Lo stato del corpo, relativamente ben conservato, e soprattutto ghiacciato in modo uniforme - ma in fase di scongelamento - non appare compatibile con la permanenza in un luogo esposto agli agenti atmosferici. L’iniziale scongelamento riscontrato fa supporre anche che il cadavere sia stato buttato nel dirupo poche ore prima del rinvenimento. Diversamente, ritengono gli investigatori, sarebbe stato preda degli animali selvatici.

"Pensavo fosse immondizia, qui spesso c’è gente che butta rifiuti di ogni tipo nella scarpata – ha raccontato Fausto Fedrighi, il 60enne di Paline di Borno che si è imbattuto nell’orrore –. Stavo passeggiando quando ho visto quei quattro sacchi neri. Volevo recuperarli e poi farli portar via dal Comune. Ne ho aperto uno e ho visto una mano". Una mano mozzata con unghie laccate di smalto lilla. Certamente appartenente a una donna, hanno concluso i militari di Breno accorsi in cima a quella strada isolata. Il corpo era stato sezionato chirurgicamente, senza sbavature. La donna aveva capelli neri, pelle chiara tipica di soggetto di ‘razza caucasica’, senza vestiti. Altezza ipotizzata non superiore all’1,60, sui 50-60 chili. Ma di lei nessuna traccia nelle banche dati.

E le ipotesi sulla sua identità sono quasi infinite. Una straniera entrata in Italia clandestinamente o solo qualcuno che non è mai stato identificato con le impronte. Di certo, nessuno ha sporto denuncia di scomparsa per una donna con queste caratteristiche fra Brescia e Bergamo. Così il raggio dell’indagine si allarga, gli investigatori intendono vagliare denunce e casi irrisolti sull’intero territorio nazionale. Il profilo genetico estrapolato potrebbe infatti trovare corrispondenze fuori provincia. Nei prossimi giorni si procederà con l’autopsia, per tentare di individuare cause e tempi del decesso. Poi la palla passerà al Ris di Parma.