Pensioni anticipate, spunta quota 102. Giro di vite sui furbetti del reddito

Manovra da 25 miliardi: oggi in Cdm il documento da inviare alla Ue. Uscita dal lavoro, la Lega alza la posta

Daniele Franco, ministro dell'Economia

Daniele Franco, ministro dell'Economia

Mario Draghi e Daniele Franco stringono sulla legge di Bilancio, con l’obiettivo di far approvare oggi dal Consiglio dei ministri sia l’intero pacchetto di finanza pubblica sia il cosiddetto Dpb (Documento programmatico di bilancio) da inviare a Bruxelles. E, per tentare di far quadrare il cerchio di una manovra da 25 miliardi di euro, puntano su soluzioni politicamente accettabili per una maggioranza divisa. Dal cilindro dell’asse tra via XX Settembre e Palazzo Chigi spuntano, più o meno a sorpresa, due ricette destinate a non scontentare il centrodestra, senza irritare troppo i grillini: Quota 102 al posto di Quota 100 per le pensioni, con l’aumento di due anni di età o di contributi per lasciare il lavoro nel 2022, e una stretta anti-furbetti sul reddito di cittadinanza per quello che riguarda i controlli più stringenti, le condizioni di accesso (più favorevoli alle famiglie numerose e meno ai single), la condizionalità rispetto al lavoro e, dunque, la cancellazione o la riduzione del sussidio dopo la seconda offerta occupazionale rifiutata.

Legge di Bilancio 2022: le ultime su pensioni, tasse e paternità

Il problema politico, però, è che anche Quota 102 non sembra accontentare la Lega, pronta ad alzare ancora la posta dopo l’annunciata fine di Quota 100 e a chiedere ancora più flessibilità. Sulla proposta ancora non c’è accordo. Anche il centrosinistra chiede qualcosa in più, nel segno di un meccanismo più selettivo di sostegno a chi svolga lavori usuranti e alle donne. Maggiore accordo, invece, c’è sul taglio delle tasse per i ceti medi attraverso una sforbiciata al cuneo fiscale da 8-10 miliardi di euro.

La giornata di ieri è stata scandita da una serie di incontri a Palazzo Chigi tra il ministro dell’Economia e le delegazioni dei partiti. Le risorse quest’anno ci sono – si potrebbe arrivare a 25 miliardi – ma proporzionalmente aumentano i desiderata della maggioranza, e dei ministeri. Il limite del 15 ottobre era flessibile, ma il premier non vuole presentarsi al Consiglio europeo senza avere approntato la bozza della manovra.

Entrando nel dettaglio dei nodi da sciogliere, c’è appunto l’ipotesi Quota 102, transitoria per due anni, per evitare di colpo lo scalone della legge Fornero: un salto di 5 anni, da 62 a 67. Anche altre opzioni sono state esplorate, compreso l’Ape contributivo, come è stata ribattezzata la proposta del presidente dell’Inps Pasquale Tridico di consentire l’uscita anticipata da 63-64 anni con una penalizzazione dell’assegno fino al raggiungimento dei 67 anni. E sul tavolo resterebbero l’ampliamento a 27 nuove categorie dell’Ape social, la proroga di Opzione donna e anche l’eventuale ampliamento del contratto di espansione alle piccole e medie imprese.

In ballo sul fronte della previdenza resta il capitolo dell’adeguamento degli assegni all’inflazione. Sul reddito l’intesa potrebbe passare per una stretta anti-furbetti, mantenendo l’impianto della misura (e il finanziamento di oltre 7 miliardi): i controlli diventerebbero anche preventivi, attraverso l’incrocio delle banche dati, e si introdurrebbe un meccanismo di decalage dell’assegno a partire dalla seconda offerta di lavoro rifiutata da parte dei beneficiari "occupabili" (un terzo dei percettori). La revisione del reddito si accompagnerebbe alla riforma degli ammortizzatori sociali, salutata positivamente dal Pd, e delle politiche attive, con percorso di formazione e reinserimento analogo per i percettori di Rdc, Naspi o altri ammortizzatori.