Reddito di cittadinanza a 10mila pisani Ma è caccia ai "furbetti": sette denunciati

Il comando provinciale dei carabinieri e il Nucleo ispettorato del lavoro dell’Arma hanno già recuperato oltre 86.500 euro

di Antonia Casini

PISA

Diecimila persone, al momento, lo percepiscono tra Pisa e provincia. Il reddito di cittadinanza, dal marzo 2019, può essere richiesto da chi è cittadino italiano o europeo o lungo soggiornante e risiede in Italia da almeno 10 anni (gli ultimi 2 continuativi), chi ha un Isee (Indicatore di situazione economica equivalente) inferiore a 9.360 euro all’anno, ha un patrimonio immobiliare, diverso dalla prima casa, non superiore a 30.000 euro, uno finanziario non sopra ai 6.000 euro (la cifra cambia in funzione del numero dei componenti del nucleo e di eventuale persone disabili).

Qualcuno, però, ci prova a richiederlo pur non avendone diritto (Il decreto legge di riferimento è il 42019), lo si scopre incrociando i nominativi con gli effettivi requisiti. Il comando provinciale dei carabinieri (con le singole Stazioni sul territorio) e il Nucleo carabinieri ispettorato del lavoro di Pisa stanno passando al setaccio l’intero elenco di chi beneficia della misura e hanno così denunciato fino a ora 7 persone, altrettante le sospensioni dell’erogazione. Sono 86.544 euro gli importi complessivi ricevuti in modo indebito e recuperati.

I destinatari, poi deferiti, avevano dichiarato residenze anagrafiche fittizie o avevano omesso di dichiarare nelle domande presentate sulla piattaforma dell’Inps: i redditi percepiti da altri componenti familiari (si considera il reddito dell’intero nucleo familiare); le nuove occupazioni di lavoro trovate (da loro stessi o dal proprio nucleo familiare), la presenza, sempre all’interno del nucleo familiare, di soggetti sottoposti a misure cautelari personali.

Le sospensioni del sussidio hanno invece riguardato i soggetti sottoposti a misure cautelari, sia quelle coercitive (come l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria o il divieto e l’obbligo di dimora), sia quelle cosiddette custodiali (come gli arresti domiciliari o in carcere).

I soldi recuperati dalle sospensioni vengono ridestribuiti. Come prevede l’articolo 7 ter (comma 6) del dl: "Le risorse derivanti dai provvedimenti di sospensione (per i quali è necessario il nulla osta del giudice, ndr)... sono versate annualmente dall’Inps all’entrata del bilancio dello Stato per essere riassegnate ai capitoli di spesa corrispondenti al Fondo di rotazione per la solidarietà alle vittime dei reati di tipo mafioso, delle richieste estorsive, dell’usura e dei reati intenzionali violenti, agli orfani dei crimini domestici, e agli interventi in favore delle vittime del terrorismo e della criminalità organizzata.

Un’attività di indagine che è stata svolta dal comando provinciale dell’Arma e il Nucleo Ispettorato del Lavoro con accesso alle liste di chi usufruisce del beneficio e il controllo di tutte le voci necessarie per ottenerlo.

Alcune verifiche sono scattate in seguito a operazione specifiche, per esempio, dopo il blitz al campo rom di Coltano, dopo i recenti arresti per i furti sulle auto. Sono anche in corso accertamenti sui titoli necessari per risiedere negli alloggi del villaggio.