Reddito di cittadinanza Scoperti altri tre “furbetti“ che non sapevano di... lavorare

Ancora i “furbetti“ del reddito di cittadinanza nel mirino della Procura e dell’Inps, sia sotto il profilo delle responsabilità penali che della restituzione delle somme percebite indebitamente.

Stavolta sotto indagine sono finite tre persone che avevano incassato somme di una certa rilevanza senza però averne alcun diritto, perché nel compilare la domanda avevano dichiarato il falso, ovvero che nessuno del loro nucleo familiare percepiva un reddito da lavoro dipendente tale da far superare il tetto previsto dalla normativa.

Un caso riguarda una donna di 39 anni residente alla periferia di Lucca, che aveva fatto richiesta di reddito di cittadinanza nel marzo 2019 e aveva poi percepitao mese dopo mese una somma complessiva di 19.500 euro. Peccato che nella domanda si fosse dimenticata di avere un lavoro per una cooperativa. Da qui la denuncia dell’Inps e ora l’inchiesta della Procura.

Analogo anche il caso che ha per protagonista una quarantenne di Capannori che aveva presentato domanda di reddito di cittadinanza nel luglio 2019. Anche in questo caso l’Inps ha poi scoperto che la donna lavorava per una cooperativa e quindi non aveva titolo per incassare quel sostegno economico. Nel suo caso la somma che ora è chiamata a restituire supera i 13mila euro.

Il terzo fascicolo riguarda un trentenne residente in una frazione collinare di Lucca, che nella sua istanza per ottenere il reddito in questione, nel febbraio 2019, aveva appunto omesso di dichiarare che un familiare percepiva un reddito che non gli consentiva di accedere al beneficio. In questo caso la somma incassata indebitamente, secondo Inps e Procura, ammonta a ben 20.500 euro. Anche qui scatta la richiesta di restituzione e si profila anche un processo penale.