Materie prime, folli rincari: ristoranti e pizzerie versiliesi k.o

"Farina, pesce e bollette: siamo disperati"

Rincari, ristoranti e pizzerie in ginocchio

Rincari, ristoranti e pizzerie in ginocchio

VIAREGGIO

Il mondo della ristorazione è alla canna del gas: i costi sono sempre più alti e gli esercenti non possono far altro che vedersi erodere i guadagni. La strada dell’aumento dei prezzi rischierebbe di essere un boomerang: il caro-vita colpisce duramente anche i clienti, e il rischio è di avvitarsi in una spirale distruttiva.

Lo sa bene Giancarlo Carpita , titolare della storica locanda ’Gli amici del gusto’ in centro a Viareggio, e da un paio d’anni della pizzeria ’La Lecciona’ sul viale dei Tigli. "Siamo in grande difficoltà – racconta –; al ristorante lavoriamo con il pesce fresco, ma è sempre più difficile trovarlo perché le barche non escono a causa del caro-gasolio. E anche alla pizzeria non ce la passiamo bene: è aumentato il costo della farina, dell’olio di semi e dell’olio d’oliva. Oltre tutto, da settembre il viale dei Tigli è chiuso al traffico: una chicca". In tutto questo, i ristoratori hanno le mani legate: "Sono sull’orlo della disperazione – continua Carpita –; al ristorante lavoriamo con dei prezzi fissi. Che facciamo, li aumentiamo? Anche i clienti sono in difficoltà, e ci sta che finiscano col rinunciare al ristorante. Non che alla pizzeria vada meglio: l’offerta base ’pizza e birra’ rischia di diventare impraticabile, la farina è già rincarata e a breve anche il prezzo della birra lieviterà. Aggiungiamo i rincari di luce e gas dei mesi scorsi e il quadro è completo".

A livello di presenze, "per fortuna a Viareggio si lavora tutti i fine settimana dell’anno", spiega Daniele Belluomini della ’Braceria Amaro’. E dunque, almeno in teoria, il lavoro non manca. Ma gli ostacoli sono sempre più duri da superare. "Ormai ci sono prodotti che teniamo per una questione di standard – continua – ma che andiamo progressivamente eliminando. Da quando siamo aperti abbiamo mantenuto più o meno gli stessi prezzi: nel frattempo, la carne è aumentata del 40 per cento e abbiamo passato l’estate a fare la corsa per accaparrarci le materie prime, pagandole pure quattro volte tanto. E non dimentichiamoci l’energia: una bolletta che a novembre ’19 era di 900 euro, nel ’21 era di 1.400".

Con gli stessi problermi si devono confrontare i ristoratori di Pietrasanta. Che tuttavia possono contare su afflussi extra-versiliesi il sabato e la domenica. "Nel fine settimana, la clientela arriva anche dal Nord Italia e dalle città del centro come Parma e Firenze – spiega Saverio Andreano , titolare del ristorante ’Il posto’ e del ’Bart’ – e ci sono segnali positivi per quel che riguarda la stagione. Noi, per una scelta precisa, abbiamo sempre lavorato marginalmente con le famiglie russe, e prevediamo che in estate ci sarà un afflusso importante dall’estero". Tasto dolente, i rincari: "Li abbiamo visti. In alcuni casi giustificati, perché il caro-petrolio impone prezzi di trasporto maggiori che impattano su alcune tipologie di prodotto, dal pesce ai rifornimenti che non vengono dalla nostra zona. Siamo nell’ordine del 10 per cento. E c’è pure chi ha approfittato per alzare i prezzi anche all’interno della filiera corta". Una situazione simile è quella vissuta da Libero Musetti dell’omonimo ristorante: "Da sempre, il periodo da gennaio a marzo è piuttosto ’calmo’, ma nel fine settimana il lavoro non manca – dice –; c’è qualche turista europeo, ma poca roba. Per quanto riguarda i rincari, i maggiori li ho riscontrati nei vini italiani, 10 per cento, e francesi, 15-20, con qualche prodotto difficile da reperire. Su fronte dell’alimentare si trova tutto".

Daniele Mannocchi