Scuola: a settembre ripresa senza certezze

Roberto Mugnai, segretario regionale del sindacato dei presidi, denuncia la "mancanza di qualsiasi tipo di indicazione per il nuovo anno"

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"Gli organi competenti battano un colpo, perché non ci sono soltanto i vaccini cui pensare". Sebbene il vecchio sia terminato da poche settimane, il nuovo anno scolastico è già all’orizzonte e a quanto pare ancora nessuna indicazione operativa è arrivata da parte del Governo e nemmeno della Regione circa l’organizzazione da porre in essere in relazione all’emergenza pandemica. I presidi brancolano nel buio, affaticati nel rincorrere le notizie su internet dove, però, si legge tutto e il contrario di tutto. Per questa ragione le parole di Roberto Mugnai, segretario regionale del sindacato Dirigentiscuola sono un po’ risentite: a poco più di 30 giorni (non considerando le ferie di agosto) dall’inizio del nuovo anno "tutti i nodi che erano rimasti in sospeso non sono stati sciolti".

Prima cosa: si torna in aula o si va avanti con la didattica a distanza? "E chi lo sa – risponde Mugnai – Dal ministero non è ancora arrivata alcuna comunicazione in proposito. Proviamo a capirci qualcosa leggendo i giornali e seguendo il dibattito televisivo, ma non credo sia questo un modo serio di approntare il lavoro per il nuovo anno".

"L’altra sera ascoltavo il vice ministro Pier Paolo Sileri – prosegue il segretario di Dirigentiscuola Toscana, Roberto Mugnai – il quale affermava che a settembre dovremmo prepararci alla Dad, o Did che dir si voglia. Cioè, praticamente dopo due anni di pandemia siamo ancora al punto di partenza. Già questo è sconfortante".

Poi Mugnai evidenzia alcuni aspetti tecnici sui quali non sembrano essere stati fatti passi in avanti.

"Se davvero dovremo ancora appoggiarci in maniera più o meno consistente alla didattica a distanza – sottolinea il sindacalista dei presidi – avremo bisogno di quel potenziamento di collegamenti internet che era stato assicurato. E invece il Piano nazionale di digitalizzazione della scuola è ancora indietro nella sua esecuzione operativa. Sembra che dovremo attendere l’arrivo delle risorse del Pnrr, ma ciò significa che il cabalggio degli istituti sarà completato ad anno scolastico molto inoltrato".

Insomma, ascoltando le parole di chi ha partecipato a tavoli regionali e nazionali poprio in relazione alla gestione dell’emergenza Covid19 nel mondo della scuola, non c’è da star troppo tranquilli. Per adesso lo scenario migliore che si può immaginare a settembre è che ci si ritrovi esattamente come lo scorso anno, almeno per quanto riguarda l’organizzazione. Perché per la questione vaccini agli studenti è ancora peggio.

"Anche in questo caso c’è la più totale confusione. Non abbiamo alcuna indicazione. Non c’è chiarezza e non ci sono decisioni politiche certe. E dunque, al di là delle dichiarazioni di intenti che lasciano sempre il tempo che trovano – conclude Mugnai – non mi sembra che si sia improntato all’interno delle scuole un meccanismo di immediato tracciamento degli eventuali casi positivi dovessero emergere, così da evitare di mandare in quarantena intere classi con gravissime ripercurssioni sui percorsi didattici e sulla socializzazione degli studenti. Insommam miglioramenti effettivi rispetto allo scorso anno non ci sono. Non si è voluto prendere in esame nemmeno la questione del numero massimo di alunni per classe, così da consentire un reale e più efficace distanziamento degli studenti. Siamo a metà, luglio: forse è ora che chi di dovere batta un colpo".

Andrea Fabbri