Firenze, 16 novembre 2021 – Molti esperti stanno bocciando i tamponi rapidi fatti in farmacia o a casa perché non sufficientemente affidabili. E' davvero così? “E' un fatto noto da tempo che i tamponi antigenici rapidi non diano un'adeguata sicurezza. E' noto da tempo che la percentuale di falsi negativi oscilla dal 10 al 30 per cento”, risponde Pietro Dattolo, presidente dell'Ordine dei medici di Firenze. “Inoltre – aggiunge – ci sono perplessità anche sulla durata. Oggi ti fai il tampone e sei negativo, domani potresti già essere positivo”. In una fase in cui i contagi sono in aumento, meglio dunque ricorrere ai tamponi molecolari, che hanno una sensibilità molto più elevata.
“Ma l'unica cosa da fare per arginare i contagi è la terza dose, che dà una protezione elevatissima e duratura, fino ad un anno, e protegge anche dalla variante Delta”, sottolinea il presidente dell'Ordine dei medici e dgli odontoiatri, che cita uno studio americano fatto su quasi 800mila veterani, dal quale risulta che, dopo sei mesi, gli anticorpi neutralizzanti ancora presenti sono il 16 per cento per il Johnson&Johnson, il 46 per cento per Pfizer e il 58 per cento il Moderna. “Gli stessi vaccini proteggono dopo sei mesi dalla variante Alfa quasi al 100 per cento – fa presente Dattolo – ma a scatenare l'aumento dei contagi è stata la variante Delta, nei confronti della quale perdono dopo il semestre la loro efficacia”. “Per questo – conclude – occorre fare tutti, non solo i sanitari, la terza dose e bisogna fare presto”.
Boccia i tamponi rapidi il professore Claudio Giorlandino, direttore scientifico dell'istituto clinico diagnostico di ricerca Altamedica. “La diffusione virale è legata ai 'superspreaders', soggetti asintomatici ma contagiosi. La loro contagiosità – dichiara – è legata al fatto che, chi di loro si è sottoposto ad uno dei tamponi antigenici immunocromatografici rapidi, la cui sensibilità nell’accertare la presenza virale nel soggetto è bassissima, se ne va in giro, psicologicamente tranquillo, a contagiare eliminando, in buona fede, barriere di protezione, frequenta, parla, abbraccia e bacia chiunque tranquillizzando ognuno con il suo Green Pass, falsamente negativo”.
"Per rendersi conto di quello che sta accadendo – prosegue - basta guardare la diretta consecutio temporum tra l’improvviso aumento dei tamponi rapidi antigenici per ottenere il Green Pass e l’innalzamento, vertiginoso, dei contagi. Bloccate i tamponi rapidi per non chiudere l’Italia”. “I tamponi rapidi - spiega Giorlandino – sono di due tipi. Gli immunocromatografici, le saponettine che adesso vengono vendute in farmacia o nei supermercati diffondendo un senso di sicurezza molto pericoloso. Poi ci sono i test in immunofluorescenza, certamente migliori, ma che si eseguono solo nei laboratori attrezzati, e non in tutti, purtroppo. Purtroppo, né il Comitato tecnico scientifico, né gli assessorati alla Sanità si rendono conto di questa realtà e le saponettine, vendute e distribuite da case cinesi, coreane e così via, vendono prodotti ultrascadenti”.