Terremoto Marche, quanto durerà lo sciame? Il sismologo: "Fate controllare le case"

Carlo Meletti (Ingv) spiega il meccanismo alla base dell'evento: "Ecco perché non ha fatto grossi danni". Sulla costa romagnola e marchigiana molti edifici sono stati costruiti senza criteri antisismici: "Consiglio di verificare le condizioni di vulnerabilità degli edifici"

Roma, 9 novembre 2022 - "Il meccanismo che ha scatenato il terremoto che noi abbiamo stimato in 5.5 di magnitudo Richter e in in 5.7 di magnitudo momento, che è una misura più raffinata, è causato da una struttura che si sta muovendo verso l'Adriatico. Si ha un meccanismo di compressione tra due placche che si avvicinano. E' un meccanismo analogo a quello dei terremoti dell'Emilia del 2012 o, venendo alla zona interessata oggi,  di quello dei forti terremoti di Rimini del 1916 e di Senigallia del 1930. Il fenomeno di compressione è completamente diverso dal meccanismo che ha scatenato i forti terremoti dell'Aquila o di Amatrice, che sono terremoti di estensione. La profondità di 6 km è normale vista la natura della struttura, che tende a diventare più superficiale vicino alla costa, e infatti le repliche sono state meno profonde". Così Carlo Meletti, sismologo Ingv, tra l'altro marchigiano originario di Montemarciano, tra Senigallia e Ancona.

Ecco fin dove è stato sentito. Video: la mappa virtuale di Ingv

Terremoto Marche: magnitudo 5,7 o 5,5? La spiegazione

L'epicentro del sisma nel grafico Ingv
L'epicentro del sisma nel grafico Ingv

Come mai si è sentito così bene?

"Perché lungo la costa adriatica la struttura della placca adriatica è molto compatta rigida e trasmette bene, a grande distanza, l'energia elastica delle onde sismiche. Noi abbiamo un servizio di segnalazioni web e abbiamo avuto indicazioni che la scossa è stata sentita da Trieste alla Lombardia, dalla Toscana a Roma a Bari e anche in Croazia e Slovenia. infatti un terremoti di magnitudo analoga avvenuto qualche mese fa fu avvertito allo stesso modo anche in Italia".

Come mai non ci sono stati danni se non la caduta di qualche calcinaccio?

"Perché il terremoto è avvenuto in mare a una trentina di chilometri dalla costa. Questo è stato determinante: non c'erano centri abitati vicini. Trenta chilometri fanno il loro lavoro nell'attenuare una onda sismica. Se fosse stato proprio sulla costa non parleremmo di assenza di danni".

E' vero che nella costa tra Senigallia e Rimini, dal 1937 al 1984, furono rimossi i vincoli antisismici, con effetti sulla qualità delle costruzioni?

"Purtroppo è così. Io sono originario di quelle zone e la casa dei miei nonni ha delle catene che furono messe dopo il terremoto del 1930 che la rendono un po' più sicura. Il problema è che molti non volevano restrizioni perché quando un comune veniva classificato sismico automaticamente bisognava adottare la normativa antisismica per le costruzioni e questo faceva aumentare i costi, soprattutto allora. L'aumento dei costi provocava un crollo dell'attività edilizia. E in una area di grande espansione come la costa romagnola e marchigiana questo per molti era un problema, e così le autorità locali che convinsero Roma a cambiare la normativa. Purtroppo gli venne dato ascolto e quindi molte abitazioni, costruite dal 1937 al 1984, sono state edificate senza la normativa antisismica. Il consiglio che do a chi abita in quelle zone, e in ogni zona sismica, di far verificare ad un tecnico le condizioni di vulnerabilità della propria casa".

Per quanto durerà la crisi sismica?

"Presumibilmente per qualche settimana. Dopo un 5.5 di magnitudo, è una prospettiva credibile. Sinora abbiamo già registrato 55 scosse, molte delle quali non avvertite, ma sicuramente ce ne saranno altre che saranno avvertite dalla popolazione".

Anche con scosse della stessa grandezza o più forti?

"In realtà non lo sappiamo. Quello di stamani è già un terremoto importante, difficile dire se ce ne saranno altri paragonabili nella stessa faglia. Forse no. Ma ricordo quanto successe nel 2012 in Emilia. Dopo la prima scossa sembrava che non ve ne sarebbero state altre paragonabili ma dopo nove giorni ce ne è stata un'altra forte in una faglia vicina, contigua alla prima. Quindi non possiamo escluderlo né dire che avverrà con una certa probabilità. Statisticamente nella stragrande maggioranza dei casi la scossa più forte è la prima, ma non nel 100%. E questo è il problema. Al momento possiamo dire che è solo una faglia che si è mossa, ma non sappiamo se se ne attiveranno altre".

Le hai detto che le scosse successive si sono leggermente spostate verso la costa. Potrebbero raggiungere la costa nei prossimi giorni?

"Direi di no, si sono avvicinate di un paio di chilometri, ma quella faglia non arriva alla costa".

Che consiglia a chi vive sulla costa pesarese?

"Gli stessi consigli che si danno a chi vive in una zona sismica, ovunque. Avere consapevolezza del rischio, far controllare a dei tecnici la propria abitazione per capir se è sicura e conoscere quali sono i comportamento da tenere in caso di terremoto. Noi con la Protezione Civile facciamo ogni 16 ottobre una campagna chiamata "io non rischio" che spiega cosa fare e cosa non fare in caso di scossa. I materiali informativi sono facilmente reperibili. Un comportamento corretto puo fare la differenza tra la vita e la morte".