Roma, 11 dicembre 2021 - Il rischio di morte per chi non si è vaccinato è 16,6 volte superiore rispetto a chi ha avuto la terza dose del vaccino anti Covid19. A mettere nero su bianco il confronto tra no vax e chi invece si è sottoposto alla somministrazione anti-Coronavirus è il rapporto dell'Iss. Dai dati dell'Istituto Superiore di Sanità emerge anche che, sempre nei non vaccinati, il rischio di decesso è di 11,1 volte superiore rispetto ai vaccinati con le due dosi, entro cinque mesi, e 6,9 volte maggiore rispetto ai vaccinati con ciclo completo da oltre cinque mesi. Numeri che rendono evidente l'importanza della somministrazione, sopratutto dopo la diffusione della variante Omicron.
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A tal proposito, la professoressa Gili Regev Yochay, dello Sheba Medical Center di Tel Aviv, ha avvertito che due dosi di vaccino Pfizer, dopo 5 o 6 mesi, non danno "alcuna protezione" contro la variante Omicron, mentre il booster offre una protezione "significativa" contro la malattia grave, anche se "4 volte meno" di quella offerta nei confronti della Delta. E' la conclusione al termine di uno studio condotto su due gruppi di sanitari della struttura: uno vaccinato con due dosi, l'altro con il booster.
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Ma vediamo i dati aggiornati del rapporto del'Iss.
Sommario
L'efficacia del vaccino a 5 mesi
Dopo cinque mesi dal completamento del ciclo vaccinale Covid-19, secondo quando scrive l'Iss, "l'efficacia del vaccino nel prevenire la malattia, sia nella forma sintomatica che asintomatica, scende dal 74% al 39%". Per quanto riguarda la prevenzione delle forme severe di Covid19, l'Istituto rileva che "rimane elevata l'efficacia vaccinale", in quanto "l'efficacia nei vaccinati con ciclo completo da meno di cinque mesi è pari al 93% rispetto ai non vaccinati".
I dati dell'Iss indicano inoltre che l'efficacia "risulta pari all'84% nei vaccinati con ciclo completo da oltre cinque mesi". L'efficacia nel prevenire la diagnosi e i casi di malattia severa, inoltre, "sale rispettivamente al 77% e al 93% nei soggetti vaccinati con dose aggiuntiva/booster".
L'incidenza per fasce d'età
Anche per i più piccoli si parte con la somministrazione del vaccino anti-Covid, dal 16 dicembre per la fascia 5-11 anni. Secondo quanto annunciato, infatti, dal commissario straordinario per l'emergenza Coronavirus, Francesco Paolo Figliuolo, sono pronte per la distribuzione 1,5 milioni di dosi. La situazione fra i bimbi, infatti, è da tempo sotto osservazione: l'Iss nel rapporto sottolinea che nei bambini da 0 a 9 anni l'incidenza ha raggiunto nell'ultima settimana "valori superiori a 250 casi per 100.000 abitanti", precisando che "il dato è ancora da consolidare".
Ma, continua l'Iss, nelle ultime tre settimane si è osservato un aumento dell'incidenza settimanale in tutte le fasce d'età e dalla seconda decade di ottobre si osserva un aumento dell'incidenza nelle fasce di età 0-9 anni e 10-19 anni. I dati dell' Iss indicano, inoltre, che l'incidenza sale a valori compresi tra 150 e 200 casi per 100.000 abitanti nella fascia di età 40-49 e in quella 30-39 anni. "Solo nelle fasce di età sopra gli 80 anni nell'ultima settimana l'incidenza rimane compresa tra i 50 e i 100 casi per 100.000 abitanti", dettaglia l'Istituto. Analizzando, inoltre, la variazione dell'incidenza a 7 e 14 giorni, l' Iss conclude che "si conferma il maggiore aumento delle diagnosi di Covid-19 nella popolazione di 0-19 anni, verosimilmente dovuta anche alla maggiore attività di screening nelle scuole".
Casi tra operatori sanitari
Nell'ultima settimana, si osserva una lievissima diminuzione del numero dei casi di Covid-19 diagnosticati tra gli operatori sanitari: risultano essere 1.072, contro i 1.083 della settimana precedente. Lo indica l'Istituto Superiore di Sanità (Iss). La percentuale dei casi diagnosticati negli operatori sanitari scende così all'1,9%, dal 2,1% della settimana precedente e nel bollettino si rileva che è «evidente la diminuzione della percentuale di casi tra gli operatori sanitari rispetto al resto della popolazione, dopo la somministrazione della dose booster».