Terza dose vaccino, c’è chi va lento. Record di iniezioni a Lecco: ecco la mappa

Dal 4% di richiami a Mello al record dell’ex zona rossa varesina di Viggiù. I 62 centri dedicati ai bambini

La mappa lombarda

La mappa lombarda

C’è chi è corso in massa a chiedere la terza dose e chi invece preferisce aspettare. Differenti approcci alla vaccinazione, che secondo gli esperti con un richiamo proteggerebbe anche dalla variante “omicron“, in arrivo dal Sud Africa. Differenze fra persone, ma anche fra comunità. Grandi e piccoli centri, province e realtà metropolitane che hanno aderito fin qui in modo molto diverso alla campagna del richiamo, anche in territori confinanti. Dal 34 per cento di cittadini col “booster“ di Viggiù, nell’ex zona rossa varesina da variante delta della prima ondata, si crolla al 17% delle confinanti Arcisate e al 15 di Besano. Stessa gente. Ma a far la differenza c’è la velocità con cui ci si vaccinò all’inizio dell’emergenza del 2020, che sblocca da subito la disponibilità, dopo 5 mesi, alle nuove dosi. Meno comprensibile invece, le distanze di altri territori. Come nel Pavese. Da Villa Biscossi, 57 abitanti, e la vicina Valle Lomellina, 2.100 residenti, passano quindici chilometri. E - evidentemente - un approccio diverso al siero. La prima arriva a una copertura del 34% di terze dosi, la seconda arranca in coda con un magro 9%. Misteri dell’approccio alla scienza, che non di rado spezza a metà anche le famiglie. E non sono di più i chilometri, del resto, che dividono Vedano al Lambro, record di copertura in Brianza con il 25% e Roncello, che ne ha appena il 10%. Caso di scuola, per la verità, la provincia di Sondrio, di suo il territorio lombardo dove le vaccinazioni con la terza dose hanno preso meno velocità: quota 14,9%, ultima posizione fra le 12 realtà regionali. Qui c’è Tirano, dove si è sottoposto alla terza iniezione di siero il 25% di coloro che rientrano negli elenchi degli aventi diritto, ma c’è anche la minuscola Mello, che con il suo 4% di aderenti alla “fase 3“ è la realtà lombarda più in ritardo. Difficile afferrarne i motivi. Situazioni simili in tutti i territori. Persino nel Lecchese, prima provincia in classifica in Lombardia, con il 20% di tripli vaccinati, si trovano Moggio, che sfoggia un tasso del 29% e la piccola Pagnona, che ne ha appena il 9%. Intanto, la Lombardia oggi ha aperto – sul suo sito dedicato – alle prenotazioni per i bambini che inizieranno giovedì. Per loro sono già stati individuati 62 centri specifici. Nel capoluogo lombardo, la struttura dedicata sarà quella della Fiera in via Scarampo, mentre altri 14 centri verranno dedicati agli under 12 nella Ats Milano, da Sesto San Giovanni a Cinisello Balsamo, da Legnano a Lodi. Saranno 5 gli hub attivi nell’Ats Insubria (tra i quali quelli di Malpensa Fiere), 10 nell’Ats Montagna (4 in Valcamonica e 6 in Valtellina), 6 nell’Ats Brianza, altrettanti in quella bergamasca, 8 in quella bresciana e nell’Ats Valpadana e 4 in quella di Pavia. "In Lombardia – ha spiegato la vicepresidente ed assessore al Welfare, Letizia Moratti – la platea interessata è di circa 600.000 ragazzi e i centri vaccinali sono stati riorganizzati per garantire ai più piccoli sino a 40.000 iniezioni alla settimana".