Ucraina, stop ai bus e al trasporto merci tra Kiev e la Toscana

I viaggi ora terminano in Polonia. Flixbus: “Le vendite sulle linee da e per le aree più critiche sono chiuse”

Firenze, 25 febbraio 2022 – Un continuo viavai di merci e persone, che dalla Toscana raggiungono Kiev e non solo. Nella regione vivono e lavorano oltre 11.200 ucraini, di cui oltre 4.800 sono residenti nelle province di Livorno e Firenze, circa 1.400 a Grosseto, 1.300 a Pisa, 1.100 a Siena.

La stragrande maggioranza, oltre 9mila, sono donne, che assistono anziani a domicilio, lavorano in ospedali, case di cura, ristoranti, alberghi. Ma sono sempre in contatto con il loro Paese, dove spesso hanno lasciato parenti e amici, ai quali inviano merci e denaro. Madri e padri, figlie e figli che poi tornano a trovare gli affetti nel loro Paese di origine.

Secondo alcune stime, sarebbero all'incirca 700, e comunque centinaia al mese i viaggi che i pulmini fanno tra Toscana ed Ucraina, trasportando merci e persone. Li organizzano cittadini ucraini che si sono messi a fare gli autisti o piccole imprese di trasporti internazionali, quasi tutte ucraine o dell'Est, che partono in specifici orari e giorni – di solito nel fine settimana e una volta la settimana - un po' da tutte le principali città italiane e anche da quelle toscane, facendo la spola tra i due Paesi.

A Pisa, per esempio, i pulmini diretti i Ucraina partono la domenica dal parcheggio di Porta a Lucca, dalle 8 e alle 12. A Livorno, sempre la domenica, dal quartiere Fabbricotti, lato cimiteri della Misericordia, dalle 9 alle 12. A Prato dalla zona della stazione, con orario 8-14. A Pistoia dal parcheggio Pertini dalle 13.30 alle 15. A Firenze i pulmini partono e arrivano a Villa Costanza, ma chi deve spedire qualcosa in Ucraina si sposta anche a Bologna. A volte partono anche le persone, ma più spesso le merci: abbigliamento, prodotti alimentari, come la pasta, pentole, biancheria e altre cose utili per la casa.

Il viaggio costa sui 200 euro, andata e ritorno. Il prezzo varia anche secondo la quantità di merce trasportata. Solitamente si pagano da 1,5 a 2 euro il chilo. Un anno fa, se si voleva inviare un pacco da Pontedera, il prezzo era di 2 euro al chilo. Con la guerra, questo pendolarismo si è fermato. Le frontiere sono chiuse e, in particolare, non possono circolare gli uomini ucraini tra i 18 e i 60 anni. Qualche pulmino, stando a quello che si legge nei gruppi social delle comunità ucraine, in questi giorni è partito e arrivato lo lo stesso. Quelli diretti in Ucraina, però, oltre la Polonia non riuscirebbero a proseguire il viaggio. 

A causa della guerra, sono state sospese anche le vendite di biglietti per andare e tornare dall'Ucraina con gli autobus extraurbani delle più note compagnie. Come ad esempio Flixbus, che da Firenze prevede solitamente dei collegamenti indiretti per Kiev, con cambio a Norimberga su mezzi di un'altra società di trasporti con cui collabora. Ma in questi giorni drammatici non sono previsti viaggi verso l'Ucraina. Partendo per esempio da Firenze, provando a prenotare il viaggio sul sito Flixbus, la prima data disponibile è l'11 marzo: con partenza da Villa Costanza alle 22 si arriva a Kiev alle 14.10, con un cambio, appunto, a Norimberga. Costo sola andata 118,99 euro.

“Stiamo monitorando la situazione in Ucraina con la massima attenzione – fanno sapere dalla società - e siamo in costante contatto con i nostri partner per valutare le nostre eventuali azioni, mantenendo come prioritaria la sicurezza dei nostri partner e dei nostri passeggeri. Ad oggi, le vendite sulle linee da e per le aree più critiche sono chiuse e abbiamo dovuto interrompere il servizio su alcune rotte con Kiev, ma forniremo ulteriori collegamenti con il confine tra Polonia e Ucraina a Medyka”.

Il conflitto tra Russia e Ucraina impatta pesantemente sul settore dei trasporti. Spiega Riccardo Bolelli, presidente regionale e nazionale Ncc bus Cna Fita: “Stiamo perdendo un'importante fetta di mercato. Veniamo da due anni in cui i turisti non si sono visti. Con la guerra, chi si muove più?. Senza contare poi il caro carburante, che mette in ginocchio le nostre aziende”. “Un momento peggiore di questo – conclude – non l'abbiamo vissuto. Abbiamo superato la crisi conseguente l'attentato alle Torri Gemelle, ma questa volta non credo che ce la faremo”.