
Variante Delta
Roma, 26 giugno 2026 - La variante Delta (qui la mappa in Italia) è la nuova frontiera caldissima della lotta al Covid. Ormai sta dilagando in Gran Bretagna dove si stima che almeno il 95% dei nuovi casi di Coronavirus sia imputabile al ceppo modificato. Anche in Italia cresce la preoccupazione: il tasso di diffusione della Delta è stimato al 16,8% mentre il ceppo più diffuso è quello cosiddetto Alfa al 74,92%. Ieri (venerdì 25 giugno) è stata evocata addirittura anche la possibilità di istituire zone rosse locali nei territori dove la variante Delta dovesse diffondersi in maniera troppo aggressiva. Questo proprio nel giorno che ha visto anche l'ultima regione (la Val d'Aosta) diventare bianca. Da lunedì prossimo 28 giugno quindi tutta Italia sarà zona bianca con un occhio attento però alla variante Delta.
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Locatelli
Ieri è stato Franco Locatelli, Coordinatore del Cts e Presidente del Consiglio Superiore di Sanità, ad accennare alla pissibilità estrema di ricorrere a un lockdown locale (parola che speravamo di aver archiviato): "Se necessario - ha risposto Locatelli a una domanda su Sky - vanno create delle zone per fermare i cluster, come ad esempio è successo in Umbria quando si è verificata la diffusione della variante brasiliana".
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Bassetti
Tema ovviamente sensibile. Oggi a Locatelli risponde l'infettivologo dell'ospedale San Martino di Genova, Matteo Bassetti: "Parlare oggi di zone rosse o lockdown non serve, occorre che gli italiani si vaccinino perché con la variante Delta gli obiettivi finali della campagna vaccinale sono cambiati: dobbiamo immunizzare l'80-85% della popolazione. Non possiamo accettare che rimangano senza vaccini milioni di persone. E poi vorrei sentire una parola più forte dalle istituzioni sul sequenziamento e la genotipizzazione dei casi registrati".
Bassetti poi sottolinea: "Le zone rosse o i lockdown non li stanno facendo neanche gli inglesi, possono essere una soluzione estrema ma davvero vogliamo chiudere di nuovo gli italiani? Si deve puntare sul tracciamento dei casi, soprattutto di chi arriva dall'estero".
Il ministro Speranza
Il ministro della Salute Roberto Speranza ha parlato della variante Delta a Napoli: "Abbiamo chiaramente la massima attenzione su tutte le varianti. Riteniamo che ci sia bisogno di fare un lavoro coordinato a livello internazionale per seguire con grandissima attenzione l'evoluzione della variante Delta e di tutte le altre varianti. L'Italia sta investendo il più possibile sul sequenziamento, sul tracciamento e continuerà a farlo".
Galli
Per il primario di Malattie infettive dell'ospedale Sacco di Milano, Massimo Galli, la variante Delta Plus potrebbe essere più difficileda identificare: "Per quel poco che adesso si può conoscere, potrebbe avere una maggiore capacità di diffusione", e sui sintomi, "non abbiamo molti dati che dicono che abbia un impatto clinico peggiore dell'altra. Se fosse vero che non causa la perdita dell'olfatto, non sarebbe un buon segno. Diventerebbe infatti, più difficile identificare il virus. Ma è tutto da verificare".
Palamara
Secondo la responsabile per le malattie infettive dell'Iss, Anna Teresa Palamara, la Delta "presto rimpiazzerà la Alfa, il ceppo inglese, oggi ancora predominante", e sebbene "è mediamente più infettiva dell'Alfa" esiste "allerta, non allarme" al riguardo.
La Vecchia
Per Carlo La Vecchia, epidemiologo dell'Università di Milano, l'impatto della variante si sentirà "quando arriverà al 20-25%".