Covid, voucher per vacanze cancellate nel 2020: via ai rimborsi

Gli operatori del settore dovrebbero effettuare il rimborso automaticamente entro 14 giorni dalla scadenza dei 30 mesi che decorrono dalla data di emissione del voucher

Una spiaggia

Una spiaggia

Firenze, 8 ottobre 2022 – Sono passati 30 mesi da quando sono stati emessi i primi voucher per le cancellazioni di viaggi a causa del Covid e dunque è ora possibile ricevere i rimborsi di quelli non utilizzati entro la scadenza. La 'trasformazione' dei voucher in soldi da restituire a chi aveva prenotato la vacanza è stata infatti prevista dal decreto 'Cura Italia' e ora scatta il rimborso di quelli emessi per contratti di viaggi che avrebbero dovuto essere fatti tra l'11 marzo e il 30 settembre 2020, ma che sono stati annullati entro il 31 luglio 2020 a causa del Covid (ovvero per un lockdown, un divieto di viaggio, una quarantena, la chiusura dell'hotel e simili).

Agli operatori del settore è stata infatti data la possibilità di emettere, in caso di annullamento della vacanza causa Covid, dei buoni validi per 12 mesi. In caso di mancato utilizzo, però, i voucher sarebbero stati monetizzati. Ma, a seguito di varie proroghe, i 12 mesi sono diventati 18, poi 24 e alla fine 30. Così stanno scadendo ora i voucher emessi a metà marzo 2020 e gli operatori dovrebbero dare il via ai rimborsi, in via automatica entro 14 giorni dalla scadenza dei 30 mesi che decorrono dalla data di emissione del buono.

Diverso il caso delle cancellazione, sempre causa Covid, di un contratto di trasporto, come un volo, un viaggio ferroviario, marittimo o via autobus: il rimborso monetario, infatti, doveva essere richiesto espressamente dal consumatore entro 12 mesi dall'emissione del voucher.

“Non sarà così facile far convertire questi voucher in denaro”, commenta Luca D'Onofrio, presidente di Federconsumatori Toscana. “E' vero che, tecnicamente, a scadenza del voucher, se questo non è stato utilizzato, l'agenzia di viaggio dovrebbe rimborsarlo in denaro. Ma quanti lo faranno?”. Non solo perché nel frattempo alcuni operatori sono falliti e altri sono in ginocchio per i rincari energetici. “Abbiamo dei casi in cui i consumatori non hanno nemmeno avuto il voucher”. Cosa fare, allora, se il rimborso non arriva? “Visto che solitamente si tratta di importi cospicui - risponde D'Onofrio - conviene fare ricorso, iniziando dall'invio della lettera di messa in mora e rivolgendosi anche alle associazioni dei consumatori per avere un supporto”.