Zona gialla in Italia: regioni verso il cambio colore. E la Lombardia?

Incidenza, terapie intensive e ricoveri: chi rischia di lasciare la fascia bianca e quando. Il governatore del Friuli: "Nel caso in cui dovessimo andare verso una zona arancione penso che il prezzo delle chiusure non le possano pagare i vaccinati"

Zone Covid: quali sono i parametri per finire in zona gialla?

Zone Covid: quali sono i parametri per finire in zona gialla?

Milano - In Italia la quarta ondata è in corso. L'obiettivo del governo è contenere l'impatto dell'aumento dei contagi scongiurando il rischio di un altro Natale "in rosso" con limitazioni sugli spostamenti, come avvenuto nelle festività 2020. La situazione dell'epidemia in Italia continua ad essere molto incerta. Previsioni e richiami alla prudenza si moltiplicano soprattutto in vista del Natale e, seppure senza creare allarmismi, l'invito è sempre quello di tenere la guardia alta. "La situazione è sotto controllo e non dobbiamo veicolare dei messaggi di allarme o di troppa preoccupazione", ha detto il sottosegretario alla Salute Andrea Costa. A ribadire l'importanza dell'uso delle mascherine e del rispetto del distanziamento è stato il ministro della Salute Roberto Speranza, che ha invitato alla prudenza. Per tutti è comunque il vaccino la chiave di volta per riuscire a piegare la curva di casi e ricoveri. Intanto cresce l'attesa per il monitoraggio Iss di venerdì 19 novembre, che potrebbe sancire per le regioni più in bilico il temuto passaggio di fascia dalla zona bianca a quella gialla.  Secondo l'analisi del matematico Giovanni Sebastiani, dell'Istituto per le Applicazioni del Calcolo 'M.Picone', del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr) negli ultimi tre-quattro per quanto riguarda le terapie intensive, la provincia autonoma di Bolzano e le Marche si allontanano dalla zona gialla, mentre rimane a rischio il Friuli Venezia Giulia.

I criteri per il cambio di colore da zona bianca a gialla
I criteri per il cambio di colore da zona bianca a gialla

Cartabellotta: l'anno scorso 7 regioni in rosso e 9 in arancione

"Il dato oggettivo è che siamo in ascesa nel numero dei casi, va detto però che questa circolazione del virus non è omogenea in tutto il Paese" ha detto Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, ai microfoni della trasmissione "L'Italia s'è desta", su Radio Cusano Campus. "A Trieste - ha detto - i numeri cominciano a preoccupare, poi ci sono Bolzano e Gorizia. Stanno aumentando anche gli ingressi giornalieri in terapia intensiva. Però la situazione ospedaliera è sostanzialmente molto tranquilla. L'unica regione che rischia di vedere il giallo in tempi non lunghissimi è il Friuli Venezia Giulia, nelle altre Regioni la situazione è ampiamente sotto controllo. Al 15 novembre 2020 avevamo 7 regioni in zona rossa, 9 in zona arancione, quindi oggi dobbiamo dire grazie ai vaccini per trovarci in questa situazione. Va detto anche che c'è stato un cambio di criteri per i colori delle regioni, se oggi avessimo gli stessi criteri dell'anno scorsa già diverse regioni sarebbero in zona arancione e altre in  zona rossa".

Epidemiologi: tra 14 giorni 5 regioni con incidenza a 250

Gli ultimi dati epidemiologici "indicano una significativa accelerazione nella diffusione dei contagi che, a parità di condizioni, potrebbe portare tra due settimane 5 regioni a superare la soglia del tasso di incidenza settimanale di 250 casi per 100mila: sono (Veneto, Friuli Venezia-Giulia, Valle d'Aosta, Liguria e la provincia autonoma di Bolzano. Altre 8 avranno un'incidenza sopra i 150 casi per 100mila". Questa la stima del Gruppo di lavoro 'Made' dell'Associazione italiana di epidemiologia (Aie).  L'ultimo report di monitoraggio dell'Istituto superiore di sanità (Iss), relativo alla settimana 1-7 novembre, "registra un aumento rapido e generalizzato del numero di nuovi casi di infezione da Sars-Cov-2, che si accompagna anche a un incremento dei ricoveri ospedalieri", prosegue l'Aie. L'indice di replicazione diagnostica Rdt a livello nazionale, stimato dall'Aie sui dati del 13 novembre, è pari a 1.42 e superiore all'unità in tutte le regioni. "Nelle fasi iniziali di crescita della curva epidemica, l'incidenza è cresciuta prima nelle fasce di età pediatriche, in particolare nei soggetti di età inferiore a 12 anni", ma i dati dell'ultima settimana analizzati dal Gruppo di lavoro Aie sorveglianza dell'incidenza Covid-19 "evidenziano che ormai tutte le classi di età sono interessate da un aumento dei casi positivi".  

I dati del bollettino Covid di oggi

Oggi in Italia i nuovi casi positivi sono stati 5.144, contro i 7.569 del giorno precedente, e sono stati individuati con 248.825 test, fra molecolari e antigenici rapidi, ossia poco meno della metà dei 445.593 eseguiti il giorno prima. Di conseguenza il tasso di positività è salito in 24 ore dall'1,7% al 2%. I decessi continuano a registrare un aumento, dai 36 del 14 novembre a 44, e si conferma la tendenza alla crescita anche per i ricoveri. Nelle terapie intensive sono complessivamente 475, ossia 17 in più in 24 ore, e nello stesso periodo gli ingressi giornalieri sono aumentati da 29 a 41. I ricoverati con sintomi nei reparti ordinari sono in totale 3.808, 161 in più in 24 ore. Per quanto riguarda le regioni, i dati del ministero indicano che gli incrementi sono decisamente scesi sotto quota mille, ma anche in questo caso potrebbe trattarsi di una conseguenza del fatto che l'attività di test è stata rallentata. A rilevare il maggior numero di nuovi casi in un giorno è stato il Veneto, con 712, seguito da Emilia Romagna (651), Lazio (595), Campania (525), Lombardia (506), Sicilia (442).

Cosa succede in Lombardia

In Lombardia sono 506 i nuovi positivi a Covid-19 registrati nelle ultime 24 ore, mentre i decessi sono 3, portando così a 34.243 il totale di vittime dall'inizio della pandemia. I tamponi effettuati sono 36.806, con un tasso di positività dell'1,3%. Stabili i ricoveri in terapia intensiva: sono 50, mentre i pazienti ricoverati non in terapia intensiva salgono a 460 (+19).  Sono 167 i nuovi positivi registrati nella provincia di Milano nelle ultime 24 ore, di cui 74 a Milano città. Quanto alle altre province lombarde, a Bergamo si registrano 27 nuovi casi, a Brescia 75, a Como 15, a Cremona 6, a Lecco 7, a Lodi 3, a Mantova 26, a Monza 40, a Pavia 17, a Sondrio 24 e a Varese 80. La regione non rischia la zona gialla, ma la guardia resta alta.

Possibili lockdown in Italia? ''Per quanto riguarda la Lombardia non li vedo assolutamente. Potrebbe accadere che ad un certo punto, ma non a Natale, si possa arrivare a dei parametri che potrebbero giustificare la zona gialla ma non dimentichiamoci che l'anno scorso le regioni in zona gialla tiravano un sospiro di sollievo. Oggi come Lombardia siamo in zona bianca, insieme a Molise, Sardegna e Basilicata, le altre stanno un poco peggio di noi. Stiamo facendo una campagna di vaccinazione per la terza dose a spron battuto, oggi abbiamo avuto 50mila prenotazioni. E' l'unica strada per tenere la situazione sotto controllo, evitare il lockdown e forse anche arrivare borderline alle zone gialle. Stapperei champagne se riuscissimo a festeggiare il Natale in condizioni di sicurezza, credo per la Lombardia questo sia un traguardo possibile. Non sono sicuro per altre regioni. Mi dispiace vedere che alcuni province autonome, quelle dove si va a sciare a Natale, non se la passino tanto bene, forse dovrebbero fare qualche sforzo in più'' ha detto Guido Bertolaso, coordinatore della campagna vaccinale della Regione Lombardia, Guido Bertolaso, ospite di 'Quarta Repubblica' su Rete4.

"Natale in condizioni di sicurezza? Traguardo possibile per la Lombardia"

Friuli, Fedriga: preoccupato da rischio zona arancione

Il governatore del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, a margine dell'inaugurazione dell'anno accademico dell'università di Udine è tornato sull'andamento della pandemia: "Ho detto che, nel caso in cui dovessimo andare verso una zona arancione e da quella in su, penso che il prezzo delle chiusure non le possano pagare i vaccinati" contro Covid-19. "Penso che in zona gialla come regione ci andremo - ha ribadito - Devo dire che è un'area dove non mi preoccupano le misure in sé, perché vuol dire mascherine all'aperto e quattro al tavolo al ristorante, quindi non sono danni economici. Mi preoccupo per l'aumento di contagi e ospedalizzazioni, ma soprattutto per la tappa successiva che è la zona arancione. In quel caso - ha precisato - sarebbero danni enormi all'economia, a dei settori imprenditoriali che hanno battuto e combattuto la crisi e non possiamo permettercelo". 

Veneto, Zaia: senza vaccino avremmo ospedali pieni

Il governatore Luca Zaia non nasconde la preoccupazione per il nuovo aumento dei contagi Covid in Veneto. "La domanda - ha osservato il governatore - se passeremo in zona gialla... Ma potremmo passare anche in arancione, o in rossa se continuerà così. Ho speranza che questo incremento si fermi. In ogni caso, adesso non è massacrante perchè abbiamo le vaccinazioni. Se non avessimo l'85% dei veneti vaccinato, o che ha intrapreso il percorso vaccinale, con 1.000 contagiati al giorno ci sarebbero gli ospedali pieni". Attualmente sono 381 i malati Covid ricoverati in regione. I tecnici della sanità veneta hanno fatto però alcune simulazioni e queste dicono, ha riferito Zaia , "che in situazioni come questa se non avessimo avuto le vaccinazioni avremmo 1.600 persone in ospedale". 

Emilia-Romagna, Bonaccini: stiamo reggendo

L'Emilia-Romagna è ancora a distanza di sicurezza dalla zona gialla. "Stiamo reggendo ancora bene sul fronte ospedaliero unicamente perché tante persone si vaccinano", ha detto il presidente Stefano Bonaccini, ricordando la vicinanza del traguardo del 90% degli emiliano-romagnoli vaccinati con una dose dell'88% con due. Negli ultimi 10 giorni, ricorda il governatore, in Emilia-Romagna "abbiamo ricoverato nei reparti Covid un centinaio di persone in più, ma siamo ancora al 4% di occupazione nelle terapie intensive e al 5% nei reparti Covid, ben lontani dal 10% e dal 15% che è la soglia per evitare la zona gialla". Nelle terapia intensive, inoltre, "sono quasi esclusivamente non vaccinati, ma da mesi. Oggi abbiamo una quarantina di ricoverati in terapia intensiva, un anno fa avevamo più di quattro volte i contagiati e più di quattro volte i ricoverati". Nei reparti Covid "oggi siamo a 400 circa, eravamo sopra i 4.000. Viene ricoverato anche qualcuno che è vaccinato da più di sei mesi, ma tra i casi gravi sono quasi esclusivamente persone non vaccinate". Dal inizio dicembre si attende un vero e proprio scatto sulle terze dosi di vaccino anti-Covid, con ampliamento fino ai 40enni. "Noi stiamo attrezzandoci- informa Bonaccini- per avere un hub vaccinale in ogni provincia, coinvolgendo medici di medicina generale e farmacie. Bisogna accelerare perché le terze dosi sono utili".

Abruzzo: terapie intensive in aumento (ma resta bianca)

Continuano ad aumentare, in Abruzzo, i ricoveri in terapia intensiva: nel giro di quattro giorni sono raddoppiati. Nelle ultime ore sono due in più e passano da undici a tredici. Il tasso di occupazione dei posti letto sale così al 7% (+1%), mentre quello relativo all'area critica è fermo al 6%. I dati, seppur in peggioramento, restano al di sotto delle soglie da zona gialla, rispettivamente del 10 e del 15%. Continua ad aumentare anche l'incidenza settimanale dei contagi per centomila abitanti, che è ora a 83. Un dato superiore a 50, unito al superamento delle soglie di allarme dei ricoveri, determina il passaggio in zona gialla: attualmente, con gli indicatori relativi alle ospedalizzazioni al di sotto dei livelli di allerta, i parametri restano da zona bianca.