L'ex Mirabelli è sicuro: "L'Ascoli ce la farà"

L'attaccante del Picchio segnò nel tempio del calcio: "Realizzai soltanto dopo di aver segnato a Wembley"

L'ex attaccante dell'Ascoli Walter Mirabelli davanti allo stadio Del Duca

L'ex attaccante dell'Ascoli Walter Mirabelli davanti allo stadio Del Duca

Mettere il proprio timbro nel tempio del calcio non è cosa da tutti. Walter Mirabelli nella sua esperienza con l'Ascoli riuscì ad andare in gol a Wembley nella finale del torneo Anglo-Italiano persa 2-1 col Notts County il 19 marzo 1995. L'anno successivo l'attaccante provò a trascinare il Picchio verso la B con ben 22 centri, ma i suoi sogni e quelli di tanti tifosi si infransero a Foggia nella finale playoff persa ai rigori contro il Castel di Sangro. Dopo l'esperienza bianconera, l'attaccante finì alla Cremonese. Club con il quale stasera l'Ascoli disputerà il recupero della sesta giornata di ritorno del campionato di serie B. Come sarà tornare a giocare in stadi praticamente vuoti? "Il pubblico nel calcio è fondamentale, ad Ascoli lo è ancor di più. Quando scendi in campo al Del Duca senti proprio una forza in più, i tifosi ti trascinano letteralmente. Già si sentivano forte e chiaro quando giocavamo noi, adesso che hanno ricostruito la tribuna più vicina al campo credo che si sentano ancor di più. Comunque non ho dubbi, l'Ascoli ce la farà". Secondo lei in questo finale incandescente ci saranno sorprese? "Ci sarà un giro di partite pericolose una dietro l'altra. L'Ascoli dovrà cercare di partire subito bene, anche la Cremonese proverà subito a vincere per scavalcare proprio l'Ascoli. Non sarà facile. Tolte un paio di squadre, sotto ci sono squadre che ancora delle possibilità". Si aspettava di vedere l'Ascoli nell'attuale posizione di classifica? "Sinceramente non mi aspettavo di vedere l'Ascoli lì. All'inizio li avevo visti bene. Anche noi partimmo bene nel 1994-95, vincendo la prima di campionato. Era la mia prima stagione all'Ascoli, non ero al top e soffrivo la situazione dello spogliatoio che non era unito. Purtroppo morì il presidente Rozzi poi ci ritrovammo immischiati nella lotta per non retrocedere. Cambiammo allenatore quattro volte e non riuscimmo a tirarci fuori". L'anno successivo il ritorno in B non fu centrato per un nulla... "Fu un campionato incredibile, iniziammo solo con sei giocatori professionisti e tanti ragazzi giovani. Ripartimmo praticamente da zero con mister Nicolini che fu bravissimo. Non mi importava la classifica cannonieri, mi interessava solo il bene della squadra e dell'Ascoli. E invece arrivammo fino alla finale playoff e fu una soddisfazione enorme. Toccammo la B con un dito per poi vederla svanire, fu un grande dolore. Volevamo riportare l'Ascoli dove l'avevamo trovata". Cosa accadde in quella beffarda finale di Foggia? "Io l'ho sempre detto: quella era una giornata strana. C'erano tanti presagi. Andai a fare il sorteggio iniziale e persi nella scelta del campo, poi nel sorteggio per scegliere la porta dei rigori persi di nuovo. Nell'aria c'era davvero qualcosa di negativo. Dovevo calciare il primo o l'ultimo rigore, poi invece decisi di far scegliere prima gli altri per farli restare sereni. Quando toccò a me invece non ero sereno io. Non ci ho dormito la notte. Forse doveva andare così". Se le dico Wembley invece, cosa ricorda? "La finale di Wembley fu un'esperienza unica, ma non ce la godemmo. Era un momento brutto, a fine partita fummo contestati dai tanti tifosi ascolani che erano a Londra. Soltanto a mente fredda realizzai che avevo segnato nel tempio del calcio. In realtà potevano essere addirittura due i gol, mi mangiai la rete la rete del pareggio calciando addosso al portiere nel finale. Negli ultimi tempi sono tornato spesso ad Ascoli e ci tengo tanto a salutare tutto il popolo bianconero. Mando un grandissimo abbraccio a tutti i tifosi". Massimiliano Mariotti