Italia Viva, il Tar rigetta il ricorso di Urbinati

Era stato presentato a seguito dell’esclusione del proprio seggio alle regionali per l’ex sindaco di Senigallia Maurizio Mangialardi

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Il Tar rigetta il ricorso presentato da Fabio Urbinati presentato a seguito della cessione del proprio seggio al Partito Democratico: l’ex consigliere comunale pertanto non riacquisisce il diritto a sedersi a Palazzo Leopardi. Cosa forse ancora più importante è che, recusando il ricorso, il tribunale non ha sollevato contestualmente la questione costituzionale, cosa che avrebbe offerto a Urbinati il destro per presentare le proprie rimostranze anche alla Consulta. Il renziano, in ogni caso, ha comunque intenzione di rivolgersi a Roma nel merito della legge. "Il Tar avrebbe potuto riammettermi come consigliere e anche sollevare la questione costituzionale, ma non lo ha fatto – commenta Urbinati a margine della sentenza – in ogni caso le motivazioni ancora non sono state espresse: i giudici hanno decretato che saranno disponibili entro quindici giorni, quindi attendo impazientemente di capire il motivo per il quale è stata presa questa decisione". La storia è ben nota. Dopo la tornata di settembre, durante l’assegnazione dei seggi, in ottemperanza a quanto predisposto dalla legge elettorale, il seggio del candidato presidente Maurizio Mangialardi sarebbe stato recuperato togliendolo a Italia Viva. I renziani avevano ottenuto un solo seggio, e proprio nella circoscrizione di Ascoli Piceno: Italia Viva, infatti, riuscì a raggiungere il 3,17%, divenendo la seconda lista a supporto di Mangialardi, quasi mezzo punto in più rispetto a Rinasci Marche, che invece si fermò al 2,77%. Nel Piceno la lista dei renziani andò leggermente sotto la media regionale (3%): inutile dire che il trascinatore fu proprio Urbinati, che da solo ottenne più della metà delle preferenze (1.478) della lista provinciale. Insomma, dal momento che al Piceno sarebbero spettati quattro seggi, il secondo di opposizione sarebbe andato proprio a Urbinati. "La situazione attuale non è delle migliori per il sistema democratico – dice ancora Urbinati – di fatto Ancona ora ha 10 seggi anziché 9, mentre il Piceno solo 3 in luogo di 4. Per i prossimi cinque anni si profila un periodo di scarsa rappresentatività per il nostro territorio. Ad ogni modo, anche se il Tar non ha voluto sollevare la questione costituzionale, lo faremo noi: stiamo già preparando il ricorso. Ottenere un seggio a partita chiusa e con questa legge in vigore era poco probabile: il nostro scopo è far capire che questa legge è intrinsecamente sbagliata, poiché dà luogo a degli squilibri che poi sono difficili da risanare. Questa sentenza, sebbene prevedibile, ritrae un punto cieco nel sistema che governa le elezioni regionali: a rimetterci non sono tanto, ma piuttosto il partito che rappresento e ancora di più i miei concittadini". A meno di nuovi sviluppi, comunque, il Piceno rimarrà con l’attuale rappresentanza, costituita da Andrea Antonini, Andrea Assenti e Anna Casini.

Giuseppe Di Marco