MARCELLO IEZZI
Cronaca

Lunga scia di auto incendiate, il piromane arrestato in riviera

Per due anni aveva messo a ferro e fuoco San Benedetto e Grottammare

L’autore degli incendi alle aut che hanno funestato la riviera adesso ha un volto

L’autore degli incendi alle aut che hanno funestato la riviera adesso ha un volto

San Benedetto (Ascoli), 8 agosto 2018 - E' un uomo d’origine albanese residente a San Benedetto l’autore di almeno nove incendi di autovetture avvenuti in meno di due anni a San Benedetto. E’ stato arrestato nel tardo pomeriggio di ieri, a conclusione di indagini complesse condotte dalla squadra mobile di Ascoli in stretta collaborazione con il nucleo operativo radio mobile dei carabinieri e il commissariato di pubblica sicurezza di San Benedetto.

Attività investigativa coordinata dal procuratore della Repubblica di Ascoli. Inizialmente le indagini della polizia e dei carabinieri viaggiavano separatamente e quando la vicenda prese una bruttissima piega, con attentati incendiari ai danni di almeno quattro auto appartenenti a carabinieri e familiari degli stessi e poi a due auto di agenti della polizia municipale, il Procuratore della Repubblica incaricò delle indagini la squadra mobile di Ascoli affinché l’attività investigativa, di entrambi i corpi, potesse giungere a un risultato più rapido e concreto, con i risultati di ogni singolo caso.

E’ stato un lavoro molto lungo e complicato. L’albanese arrestato con misura cautelare in carcere, nel pomeriggio era stato fermato insieme con altre persone poiché responsabile del reato di furto in appartamento e per questo aveva avuto solo l’obbligo di firma; poi l’arresto per la serie di incendi autovetture. I casi di incendi, presumibilmente, dolosi sulla Riviera delle Palme, avvenuti tra Grottammare, San Benedetto e Porto d’Ascoli, sono almeno una trentina, per cui le indagini degli investigatori sicuramente prevedono ulteriori approfondimenti (alla base dei gesti sembrano ci siano futili motivi: mancati pagamenti, gelosie, rivalità). Già da qualche mese l’uomo era nel mirino degli inquirenti e dopo la perquisizione della sua abitazione gli incendi non si erano più verificati. C’è il sospetto che la dinamica della scia di fuoco possa essere la stessa.

A imprimere un’accelerazione alle indagini, i casi di incendi dolosi delle vetture appartenenti alle forze dell’ordine. Il primo caso ci fu il 7 maggio, quando andò a fuoco la Ford Fiesta di un carabiniere in via Monte Conero, a Porto d’Ascoli. Nella stessa via, la notte precedente, era stata data alle fiamme un’Opel Agila e, quasi contemporaneamente, un Trasposter Volkswagen in via Valtiberina, in zona Agraria.

Il primo ottobre, in una serata, furono incendiate una Hyundai in via Fileni, appartenente a un carabiniere e una Fiat Panda in via Gonfalonieri, sul lungomare di San Benedetto, appartenente a un familiare di un militare dell’arma. La Fiat Multipla distrutta dal fuoco in via Monte S. Michele, era usata da un familiare di un altro carabiniere. La scia di fuoco ha poi toccato l’apice fra il primo e il 5 novembre, quando in tre notti andarono a fuoco quattro auto: una Toyota Coralla, una Volkswagen Golf, una Ford Fiesta e una Peugeot 308, tutte appartenenti a famiglie di Albanesi. Episodi che suscitarono una forte preoccupazione.