Violenza sessuale sulla figlia, padre condannato a 32 mesi

Il nonno è morto, reato estinto. La ragazzina era minorenne, ieri la sentenza

Tribunale (foto d'archivio)

Tribunale (foto d'archivio)

Ascoli, 1 marzo 2018 - Due uomini, padre e figlio, erano finiti sotto processo accusati di violenza sessuale su una ragazzina minorenne della quale uno era il nonno e l’altro il padre. Ieri è arrivata la sentenza del Collegio del tribunale di Ascoli che ha condannato a due anni e otto mesi il padre della ragazzina ed ha dichiarato estinto il reato per il nonno, recentemente deceduto. Il Collegio ha riconosciuto la minor gravità del fatto (atti sessuali) rispetto alla richiesta del pm di condanna per il papà a cinque anni e due mesi. I fatti risalgono al 2015 e a denunciarli è stata la stessa 16enne. Il primo ad aver abusato di lei sarebbe stato il padre. L’uomo, fra febbraio e marzo 2015, si sarebbe più volte disteso sul letto della figlia e con movimenti furtivi l’avrebbe toccata nelle parti intime. Sarebbe andato avanti a lungo, benché la giovane manifestasse chiaramente il suo dissenso, rimanendo rigida e impaurita. Per un periodo la ragazzina è stata data in affido al nonno paterno che abita in un’altra casa. Anche lui sarebbe entrato in camera della nipote, sedendosi sul suo letto e cominciando ad accarezzarla lascivamente, infilando la mano sotto la maglietta e gli indumenti intimi. Solo quando è scoppiata a piangere il nonno si sarebbe fermato intimandole di andare in cucina a mangiare altrimenti avrebbe continuato a toccarla.

Alla fine la ragazza, prima ha evitato le avances; si è chiusa in bagno e quindi è scappata andando a dormire da amici. Dopo essersi confidata con il suo ragazzo, ha deciso di denunciare padre e nonno raccontando tutto a scuola. Il dirigente scolastico ha attivato i servizi sociali che l’hanno presa in cura, segnalando il fatto ai carabinieri. Al padre è stata sospesa la potestà genitoriale. La ragazza è stata sottoposta a perizia che l’ha giudicata attendibile nella sua denuncia, anche se con un distinguo, nel senso che avrebbe reso particolari più chiari per i fatti che coinvolgerebbero il nonno, piuttosto che per quelli di cui accusa il padre. Ci sono state anche testimonianze a favore degli imputati. Un uomo ha riferito che era presente all’incontro fra ragazzina e il nonno e che non era successo assolutamente nulla. Ha reso testimonianza anche la nuova compagna del padre, difeso dall’avvocato Fabrizio De Vecchis, che ha smentito la circostanza in base alla quale la ragazzina se ne sarebbe andata di casa per vivere altrove a seguito delle avances del genitore: «Era andata via prima rispetto ai giorni in cui colloca gli episodi».