Il difficile sentiero del lupo

La lettera. Risponde il condirettore de 'il Resto del Carlino', Beppe Boni

Bologna, 4 aprile 2019 - Il piano del ministro dell’Ambiente Sergio Costa per il contenimento dei danni causati dai lupi non prevede l’abbattimento. E’ un errore perchè il lupo, reintrodotto nell’Appennino, è diventato pericoloso per le greggi e per l’uomo. Mi pare che l’indirizzo del Ministro sia troppo animalista e non tenga conto delle conseguenze che provoca la presenza di questo animale. Mario Fantini, Parma

 

Risponde il condirettore de 'il Resto del Carlino', Beppe Boni

Sul lupo si fa molto allarmismo, in parte comprensibile e in parte eccessivo. Intanto mettiamo un punto fermo: non risulta, almeno stando ai fatti, che si sia rivelato pericoloso per l’uomo. Certo, il lupo fa il proprio mestiere e per sopravvivere si ciba di animali selvatici (i cacciatori protestano) e quando può aggredisce le greggi (gli allevatori sono in rivolta). E questo è un problema serio perchè se i proprietari di mucche e pecore vengono indennizzati perdono spesso capi geneticamente importanti. Ma il ministro Costa ha ragione: non è il caso di invocare in automatico l’abbattimento. Bisogna prima utilizzare tutti gli strumenti a disposizione (esposti in 22 punti) prima di imbracciare il fucile. La convivenza è possibile. Nello stesso tempo non bisogna essere nemmeno talebani dell’animalismo. Se in casi eccezionali, quando un animale diventa estremamente invasivo per un territorio limitato, allora si può arrivare ad un abbattimento rigorosamente selettivo. Di cui non bisogna abusare. E’ una via stretta ma che va percorsa evitando derive dettate dall’emotività. beppe.boni@ilcarlino.net

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