Chioschi all'aperto a Bologna, ecco dove andare in città

Da Frittö fino a New Rant, l’offerta è ampia. E l’intrattenimento gastronomico è per tutti i gusti: dai classici gelati fino al cibo gourmet

Chioschi all'aperto a Bologna, dove andare in città

Chioschi all'aperto a Bologna, dove andare in città

Bologna, 14 luglio 2022 - Bologna e i chioschi? Un amore che resiste nei secoli. E che nell’estate 2022 diventa un trend amatissimo e originale, soprattutto per le tipologie di cibo che vi prendono casa e per l’interesse che stanno suscitando anche nelle cucine gourmet. Come quelle di Ivan Poletti e Daniele Simonetti, rispettivamente chef a Palazzo de Rossi e a Casa Azzoguidi, che da tempo hanno la società Acquatiepida, fondata per coltivare la passione dei format gastronomici particolari. Alla fine di giugno, infatti, hanno inaugurato ai Giardini Margherita il chioschetto ‘Rosmarino’ di pizza (quella sottile) e pizzona doppio impasto a spicchi, più arrosticini, con il titolare Domenico Bottone, e i pizzaioli Gianfranco Granato e Luigi Cappuccio.

"Tutto è nato un giorno post pandemia, mentre eravamo insieme a pescare – ricorda Ivan Poletti – quando Daniele mi ha chiesto se avevo dato un’occhiata a un progetto che mi aveva mandato qualche mese prima". E prosegue: "A dir la verità non mi aveva molto convinto l’idea di portare la mia cucina in un chiosco, ma poi, parlando, è venuto fuori che i progetti erano altri, ed erano bellissimi". La prima baracchina di loro interesse, che diverrebbe anche un bel presidio per un parchetto della città un po’ in difficoltà, è ancora in attesa di permesso da parte del Comune, ma con i giardini Margherita è andato tutto velocemente. I due soci hanno deciso di impegnarsi nel parco, col futuro proprietario della pizzeria Rosmarino che aprirà i battenti a settembre in piazza di Porta Santa Isaia e la risposta è stata ottima. E dopo il lievitato, arriveranno anche bomboloni, cornetti alla crema e girelle crema e uvetta: una cartolina da anni Ottanta.

Ma un altro super chef interessato al formato chiosco è Massimiliano Poggi, che ha portato il progetto ‘New Rant’ dedicato all’hamburger gourmet alla tettoia Nervi/piazza Lucio Dalla, in collaborazione con un gruppo di giovani. Ma come mai i chioschi-baracchine sono così affascinanti? Perché parlano di un mondo che non esiste più, di un ‘intrattenimento gastronomico’ che per molto tempo è stato zittito dall’assalto dei sofisticati riti gourmet. E dire che nei primi decenni del Novecento Bologna era tutto un chiosco. Se lo ricorda bene il maestro della fotografia Nino Migliori, bolognese di via Saragozza, classe 1926, che ha impresso in mente come uno scatto indelebile quelle passeggiate della domenica con la madre, sui viali. "A quei tempi – rammenta – ogni porta di Bologna aveva una baracchina del gelato, che era buonissimo e costituiva il passatempo preferito del weekend". Adesso di baracchine-gelaterie ce ne sono, ma soprattutto risiedono nei parchi. Quella di via Calori 17/a, nei pressi di porta Lame, è stata gelateria, ma ha cambiato pelle molte volte, divenendo piadineria, hamburgeria ai tempi di Well Done e poi, da qualche mese, destinazione del pesce fritto.

Si chiama Frittö (con la dieresi) la nuova realtà di Guido Granese, originario di Santa Maria Capua Vetere, è un ex farmacista che ha deciso di realizzare il sogno che aveva da bambino, un posto per la socialità attorno al cibo. Oltre alle cozze impanate, al baccalà in pastella e al cuoppo napoletano, tanti fritti vegetariani, crocchè e frittatine. Così, se si gira a Bologna in estate, non sarà difficile farsi un’idea di questo ritorno architettonico. Frida nel Parco, con la baracchina azzurra della Montagnola, è a capo della renaissance. Dai gelati ai cocktail, conditi con concerti e presentazioni, l’unione di più forze ben radicate nel quartiere e nella contemporaneità, hanno riportato la struttura (che ha oltre settemila follower su facebook) in auge. Anche la baracchina di Villa Angeletti con ’Fermento in Villa’ è uno dei tormentoni dell’estate: pensare che un tempo solo poche anime la frequentavano, poi sono arrivati i ragazzi di Fermento con concerti e collaborazioni gastronomiche. Così, la rigenerazione è cominciata.

 

 

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