Tattoo Expo Bologna, tatuaggi mania. Studi triplicati in città

Un giro d’affari da 5 milioni e tante le imprese under 35: un terzo è guidato da donne. La manifestazione al via

Un tatuatore in una passata edizione dell’evento

Un tatuatore in una passata edizione dell’evento

Bologna, 29 marzo 2019 - Il primo è stato Magnus, il fumettista che ha inventato personaggi come Kriminal e Alan Ford. Già nei primi anni ’70 esibiva il disegno di un veliero poi diventato un tatuaggio realizzato artigianalmente, un oggetto di culto per la allora piccola comunità di tatuatori bolognesi, tutti destinati a fare scuola.

Un’avventura affascinante, quella del tatuaggio in città, che ha avuto protagonisti celebri, come il leader dei Foo Fighters, Dave Grohl, che, non a caso, in occasione della data della band nel 2015 all’Unipol Arena, ringraziò dal palco i suoi amici bolognesi, Marco Pisa e Jurate Piacenti, che erano il titolare e l’assistente nello studio che per un periodo fu la sua casa, ricambiando l’ospitalità come imbianchino.

Da allora, quando fu proprio Magnus a disegnare la celebre insegna di Body Markings, il laboratorio di un altro pioniere, Marco Leoni, tutto è cambiato. Farsi decorare la pelle adesso non è solo una moda, ma una norma. «In America, dice la tatuatrice delle star Friday Jones, il 50% dei millenials son tatuati e in percentuale le donne lo sono più degli uomini».

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Un fenomeno che in Italia continua ad avere in Bologna il suo epicentro. Tantissimi i laboratori, alcuni aperti da figli d’arte, come quello di Riccardo Raviola, figlio di Magnus. Secondo un recente studio di Unioncamere i sui dati del registro delle imprese della Camera di Commercio, siamo passati dai circa 1.300 studi registrati nel 2012 ai 4.315 del settembre 2018, ultimi dati disponibili. La migliore performance in assoluto dopo quella delle aziende di pulizie, molto di più, per un fare esempio, dei servizi dei parrucchieri e dei trattamenti estetici. L’Emilia Romagna è la terza regione, con circa 400 presenze, preceduta da Lombardia e Lazio. Si tratta in buona parte di imprese giovanili, oltre la metà sono state create da under 35 e circa un terzo sono guidate da donne. Un dato significativo se paragonato a quello generale che vede le imprese al femminile pesare sul mercato con poco più del 20%.

«A Bologna, spiega Jurate Piacenti, organizzatrice assieme a Marco Leoni e Genziana Cocco della Tattoo Expò, i negozi di tatuaggi sono circa 70». Una vitalità del settore, che sotto le Torri ha un business da 5 milioni, che ha generato la manifestazione in programma a Parco Nord, al nuovo Palanord (via Stalingrado 81) da oggi al 31 marzo. Un cartellone ricchissimo, con la presenza di maestri riconosciuti, come i giapponesi che usano l’antichissimo metodo a bacchetta Horimitzu e Toshihide della famiglia Horitoshi o l’irlandese Chris Crooks, specializzato nelle decorazioni che coprono interamente il corpo e il veterano inglese Doc Price.

C’è anche un’area espositiva nella quale spicca la mostra One Eye Around the World, con le foto del tatuatore antropologo Adam Ferling che ha documentato gli interventi di manipolazione e modificazione e l’arte del tatuaggio tra le tribù che vivono nella giungla delle Filippine. Numerosi i contest, come quelli per l’opera più grande e più realistica. Domenica la giornata si concluderà all’Estragon con il concerto del rapper newyorchese Jeru The Damaja insieme al bolognese Inoki.

Info: Da venerdì 29 a domenica 31 marzo al PalaNord in via Stalingrado. Info sul sito tattooexpo.info

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