Bologna, 2 agosto 2017 - Sono trascorsi 37 anni da quel tragico 2 agosto 1980 quando una bomba nella sala d’attesa della stazione di Bologna uccise 85 persone, ne ferì oltre 200 e portò paura e disperazione non solo in città, ma in tutta Italia. Erano le 10,25 di una mattina di piena estate, le lancette dell’orologio sul piazzale oggi ancora ferme a testimoniare in maniera indelebile una delle pagine più cruente e oscure della nostra storia.
2 agosto, la commemorazione. Foto e video
La vittima più giovane fu una bimba di soli 3 anni, Angela Fresu, divenuta volto tra tanti volti di una strage di cui restano ancora ombre ed interrogativi. Giuseppe Stampone e la sua mano d’artista hanno scelto di rappresentare il suo viso per fissare nella memoria di chi lo osserva la forza evocativa di un futuro spezzato sul nascere. A contrastare la delicatezza del tratto della penna Bic utilizzata dall’artista per realizzare l’opera, la parola chiave scelta per racchiuderne il senso: Negation. Una negazione o semplicemente un non-senso che ancora oggi avvolge la strage e le sue vittime, un silenzio che stride con la voglia di giustizia e verità dei familiari.
Il ritratto della piccola Angela Fresu, parte integrante della collezione Global education/Made in cooperation è stata donata alla cooperativa sociale Società Dolce, insieme alle altre 25 opere che compongono questoAbecedario della Cooperazione, “come riconoscimento per la sensibilità e la professionalità dimostrata nel percorso artistico intrapreso insieme”.
L’intera collezione è esposta nella sede di Società Dolce in via Cristina da Pizzano al civico 5.
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