A Bologna scuole occupate, Masotti: “Per la mia band era un lavoro“

Il papà degli umarell suonava con i New Hyronja ai tempi della Pantera: “Il movimento ci chiamava a suonare: eravamo diventati veri turnisti“

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Bologna, 23 marzo 2022 - Nel 1989 Danilo Masotti, il papà degli umaréll, aveva 20 anni e già lavorava, perché aveva studiato da ragioniere programmatore e finita la scuola aveva una professione che non gli piaceva ma lo aspettava. Da curioso quale era, aveva però una doppia vita e così di giorno lavorava facendo l’impiegato amministrativo e la sera suonava con la sua band, i New Hyronja (discepoli degli Skiantos) per la Pantera, il movimento studentesco di protesta contro la riforma Ruberti delle università italiane, partita da Palermo nel 1989 e poi diffusasi in tutta la penisola fino alla primavera 1990.

Masotti, com’è stata la sua ’occupazione’?

“Preciso che ho occupato indirettamente, nel senso che ho sostenuto la Pantera facendo vari concerti. Il fatto è che sono cresciuto negli anni Settanta e ho fatto le elementari in un periodo che era tutto una bomba e ogni giorno uccidevano qualcuno. Così ci siamo beccati un periodo in cui non ci sono state occupazioni alle superiori, perché negli anni Ottanta (che ho vissuto dai 12 ai 20 anni) nessuno ne voleva più sapere di politica. Poi però nell’89 è arrivata la Pantera e gli studenti ci chiamavano a suonare per il movimento“.

Come funzionava?

“Era interessante, noi eravamo dei ’turnisti dell’occupazione’, era il nostro dopolavoro, anche perché nessuno della band studiava, avevano già tutti un lavoro. Ma la musica nelle occupazioni è sempre stata fondamentale“.

Eravate ’resident’ come si direbbe oggi, della Pantera.

“Sì, fissi. Poi venne il 36 di via Zamboni, le case occupate, i capannoni. Eravamo come in tour, la band delle occupazioni“.

Il concerto che non si dimentica?

“Piazza Scaravilli, aula 5 di Economia e Commercio. Siccome la Pantera si vantava di fare comunicazione, utilizzava i fax con cui informavano sull’andamento dell’occupazione. Effettivamente nel 1990 il fax era avantissimo... Quindi noi facemmo una performance a tema con Miro, performer in mutande, che andava in giro tra gli spettatori che con i pennarelli potevano scrivere dei fax sulla sua schiena“.

Come vedeva lei gli occupanti suoi coetanei, da giovane lavoratore?

“Mi è sempre piaciuto mischiarmi a chi è diverso da me. Quindi sperimentavo la vita dello studente fuori sede, anche perché era il fuori sede che occupava, mica i bolognesi. Oppure i bolognesi attivisti erano quelli del giro dei partiti, gli impegnati politicamente. A noi interessava divertirci suonando, ecco, come ad altri interessava divertirsi durante l’occupazione. Chissà i ragazzi che occupano oggi cosa pensano e cosa fanno...“.

Benedetta Cucci

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