Adenovirus, i sintomi sui bambini, il pediatra: "A Bologna picco di accessi in Pronto soccorso"

Il pediatra Lanari (Sant’Orsola): "I pazienti arrivano con febbre elevata, tonsilliti o forme gastrointestinali Li teniamo in osservazione se sono molto piccoli e hanno bisogno di terapia antipiretica e idratazione"

Una visita generica in una foto d'archivio

Una visita generica in una foto d'archivio

Bologna, 16 aprile 2023 – Non c’è solo l’influenza ad accompagnarci ancora almeno per tutto aprile, ma anche altre forme simil influenzali. Tra i bambini, in particolare, circola l’adenovirus, responsabile di un aumento di ingressi nel Pronto soccorso pediatrico dell’Irccs Sant’Orsola.

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"Su un centinaio di tamponi naso-faringei eseguiti nel corso di una settimana, il 32% risultano positivi all’adenovirus e attualmente stiamo registrando un picco in ritardo, rispetto agli anni precedenti, di accessi di bambini contagiati da questo patogeno che colpisce le vie respiratorie", spiega Marcello Lanari direttore della Pediatria d’urgenza e del Pronto soccorso pediatrico.

I sintomi dell’adenovirus

"Arrivano da noi bimbi con febbre elevata, che persiste anche da quattro o cinque giorni, tonsilliti, a volte con placche in gola, forme gastrointestinali e più in generale malessere. I genitori spesso sono preoccupati – sottolinea il professore – perché alcuni pazienti non migliorano pur avendo iniziato gli antibiotici, ma il punto è che in questi casi è una terapia non appropriata perché siamo in presenza di un virus, che io definisco ’il grande simulatore’, dal momento che si può confondere con una forma batterica talvolta causata dallo streptococco di gruppo A".

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Appurato , invece, che il piccolo paziente è stato contagiato dall’adenovirus, "e lo sappiamo con certezza attraverso il test microbiologico, se serve teniamo i bambini 24-48 ore in osservazione, soprattutto se sono molto piccoli e hanno bisogno di terapia antipiretica e idratazione. Tuttavia, in alcune occasioni è necessario il ricovero in reparto", ammette il pediatra. Il professore dà un suggerimento per arrivare in fretta alla diagnosi: "Sia l’adenovirus, sia lo streptococco di gruppo A stanno circolando ampiamente e contemporaneamente nella popolazione pediatrica. Dunque, è strategico differenziare con il tampone le due malattie, non tanto per individuare l’adenovirus, quanto per escludere lo streptococco che meriterebbe, se presente, una pronta terapia antibiotica con amoxicillina".

Quindi , consiglia Lanari, "ogni ambulatorio che vede pazienti pediatrici dovrebbe essere attrezzato per individuare lo streptococco con il test rapido. Il batterio, infatti, può portare a complicanze come la cardite reumatica o l’interessamento di reni o articolazioni, quando non si presenti già sotto forma di scarlattina".

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