Aeroporto Marconi Bologna e la guerra del rumore, viaggio tra i residenti del Navile: "Troppo traffico, ora qualcuno ci aiuti"

Il comitato ha presentato 12 proposte per ridurre l’impatto acustico E adesso è preoccupato per i piani di ripresa di via del Triumvirato "Si parla di tornare a 80mila tra decolli e atterraggi entro il 2024"

Bologna, 15 febbraio 2023 - Arrivando all’incrocio tra via Zanardi e via Agucchi si sente subito il boato di un aereo. Il rumore è assordante e sembra quasi di poterlo toccare. Lì, a due passi dal campo da calcio ‘Pizzoli’, dove i ragazzi e le ragazze della Hic Sunt Leones corrono dietro a un pallone, il Comitato per la compatibilità tra l’aeroporto e la città (o Cocompaer) si incontra nella sede dell’ex lavanderia comunale. "Stasera è andata bene – puntualizza una residente –: in alcune giornate non si riesce nemmeno a parlare". I membri del comitato si accomodano intorno al tavolo: l’espressione è seria, lo sguardo è preoccupato e allo stesso tempo ansioso di poter parlare. Non è la prima volta che la convivenza tra il Marconi e i bolognesi finisce sul tavolo per discutere di quanto i cittadini si sentano esasperati dal "continuo passaggio dei velivoli sopra le proprie case", dal rumore che "entra attraverso le finestre delle scuole nei mesi più caldi", dall’impossibilità di "condurre una vita normale". La video-inchiesta è disponibile anche sul nostro sito all’indirizzo ilrestodelcarlino.it/bologna.

Aereo in volo sopra uno dei tanti palazzi i cui abitanti lamentano enormi disagi
Aereo in volo sopra uno dei tanti palazzi i cui abitanti lamentano enormi disagi

Qualche numero

L’aeroporto è al centro di un piano di espansione fuori dal comune, un percorso con investimenti importanti (spalmati addirittura fino a metà secolo), che consentirà alla città di diventare sempre più un centro nevralgico per tutto il Paese, con ricadute non solo a livello economico. Il boom è già avviato e nel 2019 si è arrivati al picco di quasi 80mila movimenti in un anno. "L’estate è un incubo indelebile", ripete Paolo Serra, portavoce del comitato. "Qualcosa come 213 aerei al giorno, tra atterraggi e decolli – prosegue mentre illustra il report redatto lo scorso anno –, di cui 88 a bassa quota nella zona nord. Nei quattro mesi estivi, la media dei movimenti sulla città ha raggiunto quota 100, con punte giornaliere di oltre 120 e passaggi anche ogni tre minuti. Una situazione umanamente insostenibile". La questione aveva catturato l’attenzione dei politici, in primis l’ex sindaco Virginio Merola, ma con l’arrivo del Covid i tavoli di confronto furono sospesi e i movimenti aerei praticamente azzerati. Nel 2021 è cominciata la lenta ripresa (con 42mila movimenti), che ha avuto uno sprint più marcato lo scorso anno. "Ora si parla di tornare intorno agli 80mila entro il 2024", insiste Serra spaventato.

Cosa si puo’ fare?

Il comitato nel 2019 aveva avanzato 12 soluzioni per ridurre il problema acustico, soluzioni "mai prese in considerazione". A marzo 2022, l’incontro tra i consiglieri comunali, la Giunta, Enac, Enav e i rappresentanti del Marconi aveva invece riproposto un passaggio chiave per i cittadini: uno studio di Enav sulle possibili soluzioni per ridurre l’impatto dei voli sulla città, come ad esempio massimizzare decolli e atterraggi verso la zona industriale di Calderara-Bargellino, con data di scadenza massimo entro dicembre. "Il dossier non si è mai visto" ripetono i membri del comitato in coro. A maggio 2022, il Cocompaer aveva tentato di proporre altre sei soluzioni, come l’allargamento della fascia notturna, che verrebbe ampliata dalle 19 alle 9, invece che dalle 23 alle 6, o l’inserimento di uno ‘slot’ pomeridiano, con le stesse limitazioni, dalle 13,30 alle 15,30. O ancora la vecchia ipotesi di utilizzare l’aeroporto Ridolfi di Forlì come pista ausiliaria del Marconi. "Abbiamo dato vita a una raccolta filma perché ci sono almeno 50mila bolognesi che non vivono più", sferza Valeria Ribani, segretaria del Pd Navile. L’obiettivo resta quello di minimizzare i rischi per la salute dei bolognesi, ovviamente, ecco perché si attende anche il report dell’Ausl sulla salute dei residenti del Navile, annunciato per marzo o aprile.

La vita di tutti i giorni

Tatiana Billi non ci sta e, quando tocca a lei raccontare quei ‘pezzi’ di vita quotidiana pesantemente condizionati dal rumore degli aerei, sbotta: "E’ tutto uno scherzo: ci sono regole condominiali ferree che impediscono di alzare il volume in certi orari, e poi veniamo svegliati dagli aerei…". C’è chi giuria di aver comprato una sirena antiaerea. "Non riusciamo nemmeno a organizzare una manifestazione all’aperto – racconta Claudio Preto –. Qualche anno fa stavamo dando vita a una rassegna di cinema, poi abbiamo dovuto rinunciare. Un’altra volta avevo invitato una mia amica che canta in un coro, ma ha rifiutato: ‘Là non si sente nulla’, mi disse". C’è anche chi è sicuro di come la percentuale di malati e patologie, negli ultimi tempi, sia aumentata drasticamente. "Tutte queste vibrazioni e rumori sono ormai una routine", confessa Angela Iacopetta. C’è, infine, chi ha pensato di creare una costruzione con palloncini argentati per dare fastidio ai dispositivi dei mezzi che transitano vicino alle case. La situazione è al limite. "Qualcuno deve aiutarci, la convivenza con l’aeroporto deve diventare una priorità", implora Tiziana Gentili.

Francesco Moroni

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro