Alessandra ammazzata dal suo ex Cartabia invia gli ispettori in Procura

La ministra dispone accertamenti urgenti per chiarire se è stato fatto il necessario per salvare la donna. E la politica si infiamma: Forza Italia invoca misure più incisive, il Terzo polo auspica una battaglia di civiltà

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La ministra della Giustizia, Marta Cartabia, attraverso il suo Gabinetto, ha chiesto agli uffici dell’Ispettorato di "svolgere con urgenza i necessari accertamenti preliminari, formulando, all’esito, valutazioni e proposte". Un’iniziativa presa a fronte delle ricostruzioni di stampa sul femminicidio di Alessandra Matteuzzi, la cinquantaseienne uccisa a martellate mercoledì in zona Arcoveggio dall’ex compagno ventiseienne, Giovanni Padovani, che lei neppure un mese prima aveva denunciato per stalking.

Proprio a fronte di questa denuncia, e del fatto che l’informativa a suo carico non fosse ancora stata chiusa e anche per questo nessuna richiesta di misura cautelare fosse stata presentata nei confronti del persecutore, c’è infatti chi ha puntato il dito contro Procura e polizia giudiziaria, accusati di non avere fatto il possibile per salvare la vita della vittima. Accuse che la Procura di Bologna respinge peraltro con fermezza.

Il drammatico e brutale episodio però ha suscitato centinaia di reazioni accorate.

Il mondo della politica è sferzante, a partire dalla candidata Cinque stelle Stefania Ascari: "Tutti sapevano che quell’uomo era violento e potenzialmente pericoloso. Eppure poteva muoversi senza alcuna restrizione, ha potuto ucciderla nell’indifferenza di chi avrebbe dovuto proteggerla: le istituzioni. Dobbiamo fare molto di più per proteggere le donne. Serve formazione per gli operatori ed educazione dai banchi di scuola. Ma anche tutele maggiori per le vittime".

Interviene anche il senatore Enrico Aimi, coordinatore regionale di Forza Italia: "È necessaria una corsia preferenziale per questo tipo di reato e una maggiore specializzazione dei magistrati, ai quali è attualmente lasciata la decisione sulle misure cautelari da assumere in base al loro apprezzamento. Servirebbero valutazioni immediate sulla pericolosità del soggetto denunciato, che deve essere limitato nelle sue possibilità di aggravare la condotta persecutoria o maltrattante. Ci domandiamo se siamo in presenza di un ’codice rosso’ o di un ’codice rotto’".

Intervengono anche i candidati del Terzo Polo Naike Gruppioni e Marco Lombardo: "Il tema della violenza sulle donne non è solo un problema delle donne: è un problema di entrambi i generi – scrive Lombardo su Twitter –. Per combatterlo dobbiamo stare tutti insieme. In questa battaglia di civiltà saremo al fianco del Comune di Bologna che si è costituito parte civile. Contro la violenza sulle donne dobbiamo essere tutti dalla stessa parte".

Chiude il deputato di Fratelli d’Italia Galeazzo Bignami: "È necessario potenziare gli strumenti di protezione delle vittime e potenziare uno strumento come quello del braccialetto elettronico perché venga applicato a chiunque si renda responsabile anche solo di minacce a una donna. Lo Stato protegga le vittime, non gli aggressori".

red. cro.

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