Morte di Alice Gruppioni, via al processo negli Usa. "Investita al posto di uno spacciatore"

L’investitore della giovane bolognese, deceduta a Venice Beach, secondo l'accusa voleva vendicarsi di uno che gli aveva venduto droga

Alice Gruppioni con il marito Christian Casadei

Alice Gruppioni con il marito Christian Casadei

Bologna, primo maggio 2015 - "Tienili d'occhio, corro e li investo". Nelle prime fasi del processo contro l'investitore, il vice procuratore di Los Angeles, Victo Avila, sostiene che questa frase sia stata udita da un testimone. L'avrebbe pronunciata Nathan Cambpel, l'uomo che un anno e mezzo fa investì e uccise Alice Gruppioni a Venice Beach, in quel drammatico 3 agosto 2013 prima di avventurarsi in auto tra la folla di pedoni.

L'obiettivo dell'inseguimento? Sempre secondo l'accusa era uno spacciatore di metanfetamine, che avrebbe preso a un amico di Cambpell 35 dollari senza poi dargli in cambio la merce. Dal processo sulla morte della 32enne pianorese in viaggio di nozze, che si sta tenendo negli Stati Uniti, emerge quindi una nuova e più inquietante versione dei fatti. Avila, come riporta l'americano National Post, l'ha fornita mercoledì scorso a giudice e giuria, mostrando in aula le foto di Alice insanguinato e contuso e sostenendo di poter di portare in aula quel testimone chiave in grado di inchiodare l'uomo. La tesi dell'inseguimento, se confermata, aggraverebbe e non di poco la posizione di Cambpell, che in quella drammatica corsa a 55 chilometri all'ora tra la folla uccise Alice e ferì altre 17 persone.

Finora, difatti, la difesa dell'uomo ha sempre sostenuto che Cambpel avesse cercato in tutti i modi di evitare i pedoni, suonando il clacson. Una versione ben diversa quella di Avila, che in aula ha rivelato la presenza di un secondo testimone in grado di affermare che non ci fu nessun colpo di clacson. “Queste prove – ha sostenuto il vice procuratore distrettuale in aula, come riporta l'americano National Post – dimostreranno che Cambpell non ha solo ucciso Alice, ma l'ha assassinata”.

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