Annamaria Cancellieri: "Bologna, un amore sconfinato"

L’ex commissario in città per la presentazione di un libro. "Sono stata conquistata dalla sua gente e qui mi sento a casa mia"

Annamaria Cancellieri, già ministro dell’Interno, commissario in Comune dal 2010 al 2011

Annamaria Cancellieri, già ministro dell’Interno, commissario in Comune dal 2010 al 2011

Bologna, 8 aprile 2022 - Per Bologna, confessa, ha "un amore sconfinato". Amore sbocciato nei 461 giorni in cui il prefetto Annamaria Cancellieri è stata commissario a Palazzo d’Accursio – da febbraio 2010 a maggio 2011 – a seguito delle dimissioni del sindaco Flavio Delbono.

Che cosa l’ha conquistata, della nostra città? "La sua gente. I bolognesi".

Come li ha trovati? "Simpatici, allegri. Ma molto seri quando serve. In generale, i bolognese hanno un’empatia istintiva. E un fortissimo senso della cittadinanza. Sono cittadini a pieno titolo".

Che cosa intende? "Sono perfettamente consapevoli dei loro diritti e dei loro doveri di cittadini. È una condizione che affonda nella storia della città, che si sedimenta nei secoli".

A un certo punto, una parte della città la voleva candidata sindaco. Lei rifiutò. Negli anni, si è mai pentita? "No, mai. Sono più che mai consapevole di non avere la stoffa del politico. Proprio non ce l’ho. Sono un funzionario, un servitore dello Stato. Orgogliosa di esserlo. La mia dimensione è questa".

Allora, fu un ‘no’ difficile? "Ci pensai su qualche giorno. La legge mi avrebbe consentito di candidarmi. Ma mi sentivo super partes , non avrei potuto vestire una casacca. E poi sarei stata avvantaggiata per il buon lavoro fatto grazie all’aiuto di tutti. Sono contenta della scelta fatta".

Torna spesso sotto le Due Torri? "Non quanto vorrei. Ma ci vengo sempre volentieri. A Bologna mi sento a casa mia. È un posto che capisco".

Ha lasciato amici a Bologna? "Due o tre amici veri. E tantissimi conoscenti simpatici, che sono contenta di incontrare quando vengo".

Il suo luogo del cuore? "Piazza Santo Stefano. Bellissima. Ci abitava Claudio Abbado. Dalle sue finestre si vedeva tutta Bologna. Anche da casa di Lucio Dalla la vista era bellissima. Ecco, il panorama dei tetti rossi di Bologna è una cosa che ti resta nel cuore".

Lei confessò subito un debole per i tortellini. "E non solo... (ride). Devo dire che di Bologna mi colpì la qualità eccellente di alcuni prodotti tipici. Penso a certa mortadella, a un certo Parmigiano... Ogni volta che vengo, faccio un salto nella mia salumeria preferita, nel Quadrilatero. E faccio scorte".

Che cosa ha portato con sé, della sua permanenza bolognese? "Un profondo amore per la città. E rispetto. È stata una bellissima parentesi. Non c’è nulla che non sia più che piacevole nei miei ricordi bolognesi. Ci sono stata molto bene"

Come giudica le amministrazioni che sono venute dopo il suo commissariamento? "Non sono certo io a dovere dare dei voti. Dico che, in generale, Bologna è una città amministrata bene".

 

 

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