Il professor Antonio Daniele Pinna verso il rientro a Bologna

Il prof lascerà Abu Dhabi per coordinare i centri trapianti regionali

Il luminare Antonio Daniele Pinna (Foto Ansa)

Il luminare Antonio Daniele Pinna (Foto Ansa)

Bologna, 23 agosto 2019 - «Quando torno a Bologna? Spero presto, a questo punto».

Il professor Antonio Daniele Pinna, il luminare dei trapianti, è appena rientrato ad Abu Dhabi dopo un periodo alla Sidney NSW University, dove è visiting professor. Dopo quattordici anni al policlinico Sant’Orsola, nel 2017 aveva accettato l’offerta della Cleveland Clinic Foundation: partire con un nuovo centro trapianti e chirurgia epato-biliare ad Abu Dhabi. Ma da tempo si rincorrono le voci di un ritorno sotto le Due Torri del chirurgo che ha mantenuto, seppure in aspettativa, la cattedra all’Alma Mater. E ora che la Regione punta a riorganizzare la rete trapiantologica, con un coordinatore, l’arrivo di Pinna sembra sempre più vicino.

Professore, ha già firmato i documenti per la nomina del nuovo incarico?

«Non ho firmato ancora nulla. Certo, la delibera della Regione è molto interessante perché si propone di attuare un rilancio della attività trapiantologica in tutta l’Emilia Romagna, puntando su innovazione, qualità, ricerca e incremento del numero dei trapianti».

Eppure, da più parti si sente fare il suo nome.

«Tuttavia, ancora non si è concretizzata un’offerta da parte della Regione, ma, qualora avvenisse, la prenderei in serissima considerazione data l’importanza dell’impegno».

Nel caso l’incarico le venisse affidato, quale sarebbero le priorità da realizzare?

«Rafforzare le eccellenze trapiantologiche della Regione, incrementando l’attività di tutti i centri trapianti regionali; creare una rete di trapianti mirata alla qualità dell’offerta e all’innovazione sostenibile; sviluppare le attività trapiantologiche laddove il sistema regionale ha già investito in strutture e personale, elevando così lo standard assistenziale».

Un pensiero per i camici bianchi che desiderano avvicinarsi a questo mondo?

«Uno dei punti su cui insisterei è la formazione e l’attrazione di giovani medici entusiasti di lavorare in un ambito così complesso come i trapianti».

Il bilancio dell’attività ad Abu Dhabi?

«Sono riuscito a far partire con successo i trapianti di fegato da cadavere e da vivente ed è l’unico centro di trapianto di fegato degli Emirati. Abbiamo una sopravvivenza superiore alla media internazionale e il trapianto da vivente ha costituito il 50% dell’attività».

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