Le colombe per Pasqua, un picnic organizzato quest’estate dai fornitori di IMA, la cena di settembre nel chiostro cinquecentesco del Sant’Orsola, la lotteria di Natale lanciata da Fondazione Sant’Orsola. Sono tante le occasioni che, nel 2022, hanno permesso di sostenere Casa Emilia con donazioni. Tanti i bolognesi – aziende e cittadini – che hanno contribuito. L’analisi ‘Il valore dell’accoglienza’ su un anno di attività di Casa Emilia dice che le donazioni arrivate si suddividono quasi equamente tra cittadini (45%) e imprese (55%), che possono donare denaro, ma anche beni e servizi (è il caso di Alce Nero).
Un contributo importante – quasi un terzo delle donazioni – è arrivato da pazienti e familiari ospitati. L’accoglienza di Casa Emilia è gratuita e ognuno dona quello che può. "La malattia – spiega il presidente Giacomo Faldella – porta spesso con sé anche difficoltà economiche per l’impossibilità di proseguire il lavoro e per l’aumento delle spese legate di spostamenti e assistenza. Chi ospitiamo non solo dona ciò che può, ma spesso mobilita parenti, amici e colleghi per sostenere la Casa che li ha accolti".
Ora serve uno slancio forte da parte di tutti, perché il primo anno tutte le donazioni hanno coperto solo il 54% delle spese effettive: per il resto Fondazione Sant’Orsola ha fatto ricorso alle donazioni non finalizzate a un progetto specifico; e perché quest’anno la Casa ha raddoppiato il proprio numero di alloggi, passando da 10 a 21, per dare risposta a una domanda molto più forte dell’offerta messa in campo. "Lo abbiamo fatto – prosegue Faldella – accettando di imparare dai nostri ospiti, come Fabio e Irene, che non abbiamo potuto accogliere e vivevano in camper, mentre lei faceva la chemio, e che nonostante tutto hanno fatto arrivare 10 reti di arance dalla Sicilia, per fare un regalo agli altri ospiti. Ecco, vogliamo seguire la loro generosità e confidiamo che Bologna saprà rispondere con la stessa generosità".
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