Carlo Corsi, dai paesaggi al surrealismo

Carlo Corsi, pittore bolognese del Novecento, scelse di seguire le correnti artistiche contemporanee, esprimendo il suo spirito interiore attraverso paesaggi luminosi. Dopo il successo alla Biennale di Venezia, la sua carriera subì alti e bassi, ma si rilanciò negli anni '50 con i collages surrealisti. Morì nel 1966 a Bologna.

Carlo Corsi, dai paesaggi al surrealismo

Carlo Corsi, dai paesaggi al surrealismo

di Nicoletta

Barberini Mengoli

Per un artista come Carlo Corsi che nasce, ma soprattutto dipinge, a cavallo di due secoli, diventa molto difficile scegliere se incanalare la propria ispirazione nelle passate correnti artistiche o in quelle contemporanee che guardano il futuro. Lui segue la seconda. Corsi nasce a Nizza nel 1879, ma presto la sua famiglia si trasferisce a Bologna. Sin da bambino disegna, dipinge e ama i colori e, anche i genitori, che lo vorrebbero ingegnere,

si convincono che la sua vera strada è la pittura. Frequenti sono le visite in Pinacoteca per ammirare le opere di Guido Reni, per riprodurle secondo

gli insegnamenti del maestro Giacomo Grosso, professore

di disegno alla Reale Accademia Albertina di Belle Arti di Torino, dove studia. Alessandro Scorzoni, uno dei pittori bolognesi coevi più significativi, invece gli apre

il cuore e l’anima per esprimere il suo spirito interiore: quello che si manifesterà nei quadri

di paesaggi en plein air, ricchi di colori e luce. Nel 1902 partecipa alla sua prima esposizione collettiva alla Società Francesco Francia e da lì, grazie anche ai moltissimi viaggi e permanenze all’estero, forma il suo inquadramento artistico. Dopo la prima guerra mondiale, nel 1924, viene invitato alla Biennale di Venezia e riconosciuto ufficialmente come un grande artista.

Il valore artistico di queste Biennali è enorme, perché scandiscono il tempo e preannunciano sempre quello che sarà il futuro dell’arte. Per Corsi inizia una carriera ricca

di mostre e successi, vissuti

a fianco dell’amata moglie Bianca. Però, come spesso accade a molti artisti, ad un certo punto la carriera si ferma, complice anche la seconda Guerra Mondiale e i cambiamenti politici, culturali ed estetici. I critici lo dimenticano. Riprenderà negli anni ‘50 con una nuova spinta. Le pause servono per ricaricare le ispirazioni alla luce dei nuovi eventi. Infatti nascono i collages: composizioni di ritagli di carte di giornali su fondi colorati secondo un ordine astratto surrealista. Muore

a Bologna nel 1966.

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