Carlotta Gargalli La pittura come professione

Biancastella

Antonino

Le pittrici bolognesi che si sono affermate nei secoli scorsi, spesso sono poi cadute nell’oblio: solo nuovi studi negli archivi e nelle biblioteche le hanno talvolta riscoperte. È quanto accaduto per Carlotta Gargalli, fino a 10 anni fa quasi sconosciuta. Nata a Bologna nel 1788, forse non sarebbe stata mai avviata agli studi d’arte se non avesse avuto un padre pittore che la spinse a iscriversi al Corso di pittura del 180405 della Accademia di Belle Arti ed è la prima donna ad esservi ammessa; bisognerà attendere il 1815 per trovare un’altra allieva e fino al 1877 la presenza delle donne sarà davvero irrisoria.

Carlotta si fa subito valere e, nel 1807, vince il premio "curlandese" per un suo dipinto, ancora una volta unica donna premiata nell’arco di un secolo. Riesce, poi, ad ottenere una borsa di studio, allora chiamata Alunnato, per approfondire l’arte classica, a Roma, col Canova, di cui conquisterà la stima. I corsi sono tuttavia tanto faticosi per la sua salute da ritardare l’invio dei suoi lavori a Bologna e, così, rischia per due volte di non superare l’ammissione all’anno successivo. Riesce comunque a terminare gli studi e, rientrata a Bologna, inizia una intensa attività artistica, grazie anche all’appoggio del conte Carlo F. Aldrovandi che, in precedenza, era stato mecenate di Pelagio Palagi. Con i proventi del suo lavoro di pittrice, mette da parte una discreta dote e nel 1821 sposa un giovane medico, con cui ha una figlia.

In pochi anni diventa un’artista cosi affermata da essere accolta nell’Accademia bolognese di cui era stata allieva. Viene definita dai suoi estimatori "la Sirani dei nostri tempi" e i suoi quadri quotano il doppio di quelli di Lavinia Fontana. La vita però le riserva anche grandi dolori: nel 1827 muore il marito, ad appena 34 anni, e poi la giovanissima figlia. Il suo lavoro ne risentirà, ma Carlotta non si scoraggia: si risposa nel 1836 e apre a Roma uno studio dove vende copie sue di pittori famosi, dimostrandosi ancora una volta donna moderna ed emancipata. Proprio a Roma, muore all’improvviso nel 1840. Diverse sue opere e buona parte dei documenti che la riguardano sono stati oggi rintracciati e analizzati.

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