MARCO BEGHELLI
Cronaca

Colasanti: "Musica e parole per Eroine"

Sinfonica del Comunale, la compositrice su ’Arianna, Fedra e Didone’ stasera al Manzoni con la direzione di Lyniv e la voce di Chiara Muti

Colasanti: "Musica e parole per Eroine"

Colasanti: "Musica e parole per Eroine"

Appuntamento al femminile per la Stagione Sinfonica del Teatro Comunale, questa sera all’Auditorium Manzoni (ore 20.30). Sotto la direzione orchestrale di Oksana Lyniv, con il coro di sole donne guidato da Gea Garatti Ansini e la partecipazione di Chiara Muti in veste di attrice, verranno eseguiti i tre monodrammi per voce recitante, coro femminile e orchestra Arianna, Fedra e Didone che Silvia Colasanti ha composto nel 2020 su testi tratti dalle Lettere di eroine di Ovidio. Per assonanza tematica, la seconda parte del concerto sarà dedicata al poema sinfonico Vita d’eroe di Richard Strauss, con solista Paolo Mancini, violino di spalla nell’Orchestra del Comunale. "Quelle di Ovidio – dice la compositrice Colasanti – sono lettere ora strazianti, ora appassionate, che il poeta immagina scritte da donne speciali nel disperato tentativo di richiamare a sé l’uomo amato. In tante occasioni mi sono trovata a lavorare sui miti, che ci raccontano l’umanità in maniera esemplare, sempre uguale nelle sue contraddizioni, nelle sue fragilità. E in ogni epoca gli artisti hanno cercato parole nuove e suoni nuovi per ri-raccontare quei miti eterni".

L’uso del parlato è forse una reazione a quello stravolgimento della parola operato per decenni dall’avanguardia musicale, che l’ha spesso ridotta a mero fonema?

"Assolutamente sì! Per me è importante salvaguardare la semanticità della parola, sia quando la utilizzo in forma parlata, come in questi monodrammi, sia in forma cantata, come nelle mie opere liriche. Ritengo importante raccontare delle storie: una esigenza culturale che non ha scadenza per il genere umano. Persino nei pezzi sinfonici tento sempre di creare una sorta di drammaturgia interna alla musica, pensando a qualcosa che va crescendo spiritualmente, come un personaggio in evoluzione".

Come reagisce la musica sinfonica a contatto con il parlato?

"La parola ci coinvolge per via razionale, in forma diretta; la musica ci tocca in aspetti più emotivi. In questi monodrammi non funge certo da mera colonna sonora! Quando facciamo ‘teatro musicale’, di qualunque genere e tipo, sono convinta che la drammaturgia è nella musica: è la musica che dà la chiave di lettura – in questo caso – di un mito; è la musica che racconta attraverso il suono, ben lungi dall’essere soltanto uno sfondo per la parola. Non è una questione di priorità di un sistema linguistico sull’altro: la parola resta fondamentale, ma nell’insieme si crea una vera e propria ‘drammaturgia musicale’. In questo mi è stato fondamentale l’uso del coro femminile, che rende sonoro il ricordo emerso nella mente di Arianna abbandonata sulla spiaggia, esattamente come il pianto di lei si fa canto, la sua implorazione a Teseo un assolo straziante del violino solista e il rumore del mare il suono dell’orchestra intera. La musica, lo ripeto, incarna elementi tipici del dramma, anche in assenza della parola".