Covid e guerra, meno ideologia più responsabilità

Sono i tre nodi che ci stanno rendendo la vita difficile. La siccità è un evento ciclico che crea problemi all’agricoltura e all’ambiente ma in fondo possiamo ancora difenderci. Il Po è basso, i canali soffrono, l’agricoltura piange. Eppure qui possiamo cavarcela. Covid e guerra in Ucraina sono invece le due emergenze che coinvolgono non solo l’Italia ma mezzo mondo. E qui davvero serve responsabilità collettiva e internazionale senza perdere la calma. La pandemia non è finita. Le abbiamo tolto forza, lo scudo dei vaccini consente di ridurre a un raffreddore effetti che poco oltre un anno fa potevano essere letali. I morti sono per fortuna ormai pochi e si tratta di persone affette quasi tutte da patologie gravi. I reparti di terapia intensiva smobilitano perchè i ricoveri sono pressochè ridotti a zero. Ma dobbiamo continuare a usare prudenza indossando le mascherine dove serve e cercare di incentivare le vaccinazioni. La guerra ci ha investiti come un ciclone con conseguenze sull’economia e sui costi energetici mentre in Ucraina si muore sotto le bombe. Qui dobbiamo assistere i profughi e continuare in questo sforzo di solidarietà. Ma se c’è da aiutare concretamente l’Ucraina anche inviando armi da usare contro l’aggressore russo bisogna farlo. Per guerra e emergenza sanitaria serve però coesione nel Paese e nella politica. Meno litigi e più gioco di squadra, più responsabilità e meno ideologia.

mail: beppe.boni@ilcarlino.net

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