Dai poliziotti in stazione fino a quel grido liberatorio

Venne accusato di essere uno dei bracci operativi in Italia di una cupola internazionale di scommettitori illegali

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Certe storie stanno scolpite nella nitidezza di poche, riassuntive immagini. Beppe che la mattina di quel maledetto 1 giugno 2011 arriva in città viaggiando in treno e in stazione trova ad accoglierlo i poliziotti che lo accompagnano in questura e a cui chiede "Pietà!", ottendendo per tutta risposta due settimane di arresti domiciliari e un tempo incalcolabile (e insopportabile) di gogna mediatica. E Beppe che dieci anni dopo esce trionfante dall’aula del tribunale di Modena, ultima tappa del paradiso ritrovato, urlando la sua gioia, mista a rabbia, sui social: "Assolto! Assolto! Assolto!". Scandito tre volte, come una rivincita in forma di tripletta, di quelle che sul campo lo hanno reso un’icona del calcio italiano. Schiacciato dal peso di un’accusa infamante nel 2011 e risorto adesso. Mai come a questo giro per l’attaccante che ha fatto sognare i tifosi di Foggia, Lazio e Bologna è stata una Pasqua di autentica rinascita. Del resto basta riavvolgere il nastro per capire quanto l’uomo, che a febbraio ha compiuto 53 anni, sia aduso ai saliscendi. Un giorno sugli altari e un altro nella polvere, oggi semidio del pallone e il giorno dopo reietto. Perché per gli inquirenti di Cremona Signori era il perno di ‘Last Bet’, la maxi-inchiesta che aveva individuato una cupola di scommettitori illegali a Singapore e di cui l’ex capitano rossoblù, secondo le accuse, era uno dei bracci operativi in Italia. Robaccia, che lo aveva fatto indignare e qualche volta perfino arrossire di fronte alle donne della sua vita, Viviana e Tina, le due compagne che si sono avvicendate al suo fianco, e le figlie Denisa e Greta, sorelline di Nicolò.

Nel 2012 l’ultimo grado della giustizia sportiva, il Tnas del Coni, gli aveva recapitato il macigno della radiazione dalla Figc. Tre anni dopo la Procura di Cremona ne aveva chiesto il rinvio a giudizio per associazione a delinquere.

La fine dell’incubo Beppegol ha cominciato a intravederla lo scorso dicembre, quando il processo di Cremona si è chiuso con la prescrizione. In questo inizio di 2021 sono risultate ancora più tonanti le vittorie nei tribunali di Piacenza e Modena, dove viene assolto con formula piena. Caduta e resurrezione. In nome di quel ‘mola mai’ che per ogni bergamasco è vangelo. C’era una volta Beppegol da Alzano Lombardo, dove la provincia di Bergamo s’insinua nella Val Seriana. E oggi è ritornato.

Massimo Vitali

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