FEDERICA GIERI SAMOGGIA
Cronaca

Bologna, Ara: "Scuola, serve un cambio di passo. Maggiori investimenti e più assunzioni"

Il neo-assessore comunale: "Previste nuove strutture e aumento della manutenzione". Asili: "Saranno potenziate le convenzioni con i privati"

Scuola a Bologna, servono cambiamenti

Scuola a Bologna, servono cambiamenti

Bologna, 7 novembre 2021 - Assessore Daniele Ara, a lei, nella sorpresa generale, il sindaco Matteo Lepore ha affidato la delicatissima delega alla scuola. Perché?

"Me lo ha letto negli occhi. E comunque ho anche la delega agli adolescenti, cui tengo in modo particolare: perché su di loro dobbiamo intervenire sia una logica di recupero del disagio sia, in particolare, di prevenzione".

Quindi?

"Occorre un cambio di passo: la scuola deve tornare a essere centrale per la città".

Parliamo solo dei nidi e delle materne comunali?

"No, tutta la scuola. Certo, puntiamo a dare una svolta allo 0-6, ma serve un nuovo approccio che coinvolga tutta la comunità scolastica. Dai pedagogisti ai genitori, passando per i docenti. La scuola ha perso autorevolezza. Dobbiamo ridargliela".

Belle parole, ma come?

"Be’, intanto ritornerà il Febbraio pedagogico".

Il Comune l’ha buttato nel cestino più di vent’anni fa.

"Lo recuperiamo perché è molto importante. Pandemia permettendo".

Insomma, convocherete gli stati generali della scuola.

"Esatto. Bologna è ricca di intelligenze e competenze che vanno ascoltate e di cui fare tesoro. A cominciare dall’Università. Da lì si può partire anche per elaborare nuovi servizi".

Prima di focalizzarci su nidi e materne comunali dove il cahier de doléance trabocca, l’edilizia.

"Dobbiamo insistere di più sulle nuove strutture e il piano da 100 milioni è lì per questo. Dalle Carracci alle Federzoni fino ai nidi. Bisogna mettere più risorse anche sulla manutenzione. Molto è stato fatto, ma molto si può fare, ad esempio in termini di velocità di intervento".

In questi anni è andato molto di moda il project financing.

"Senza nulla togliere, ora è prioritario l’intervento diretto del Comune".

Nei nidi, mancano le dade per le supplenze. Le materne tengono, ma i nidi soffrono.

"Vero, stiamo facendo molta fatica a trovare personale per le sostituzioni. Va da sé che, costruendo scuole nuove, occorreranno anche altre maestre, educatrici e dade. Il tema delle assunzioni è enorme: serve personale stabile. Siamo, però, in una fase espansiva in cui si investe. L’Anci sta insistendo con il Governo e anche noi chiediamo più agio per le assunzioni".

Con i sindacati il rapporto fino ad ora è stato burrascoso.

"Sono aperto al confronto. Sempre nella legittimità delle parti. Si parla, poi l’Amministrazione decide. Ho già incontrato i sindacati degli educatori delle cooperative. Con i sindacati ho un approccio collaborativo: da parte mia ci sarà sempre ascolto".

Nidi: 600 bimbi in lista di attesa.

"È chiaro che la situazione non ci soddisfa. È un problema, seppure in un quadro da primato in Italia per la copertura. Tutti devono trovare un posto al nido, con retta in base all’Isee. L’asilo è fondamentale per lo sviluppo psicofisico del bambino ed è un servizio alla genitorialità, per non parlare dell’essere supporto all’occupazione femminile".

C’è poi di chi arriva ora in città e non sa dove mettere il figlio.

"A loro dobbiamo risposte. La domanda va soddisfatta".

Cbf (Centri bimbi famiglie), Pge (Piccolo gruppo educativo), ludoteche, baby parking…

"Siamo in sistema integrato. Vanno bene, ma il nido comunale deve rimanere centrale".

A questo proposito, le convenzioni con i privati per nidi e materne...

"Per gli asili vanno potenziate; per le materne, non sono previsti cambiamenti. Deve essere comunque chiara la centralità del Comune nello 0-6".

Lo 0-6 è però fermo al palo: solo il Pezzoli e il Roselle?

"Arriveremo ad avere una scuola-polo per ogni quartiere".

Statalizzazioni materne: si o no?

"Dove c’è un istituto comprensivo con una materna comunale accanto, è un percorso naturale il completamento".

Outdoor education?

"Senza alcun dubbio, e ad ampio raggio. È la nuova frontiera. La domanda vera è: cosa vogliamo fare dei giardini delle nostre scuole? Perché non avviare percorsi esperienziali, orti didattici, laboratori per la manipolazione?. Perché non pensare ai nidi per gli uccelli o alle tane per i porcospini?".

 

 

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