NICOLA BIANCHI
Cronaca

Bologna, dermatologo dirottava pazienti nel suo studio. Sospeso

Misura cautelare per un medico dell’Ospedale Maggiore. I pazienti venivano convinti dell’urgenza di un intervento

Le indagini sul conto del dermatologo sono state condotte dai carabinieri del Nas

Le indagini sul conto del dermatologo sono state condotte dai carabinieri del Nas

Bologna, 23 novembre 2019 – L’intervento chirurgico? Urgente. Le liste d’attesa del servizio sanitario nazionale? Troppo lunghe. Come, dunque, ovviare a ciò? Dirottare i pazienti in un ambulatorio privato e intervenire direttamente in loco. Peccato che quelle informazioni e quel modus di agire, secondo le accuse, non sarebbero stati propri leciti, cosa che ha portato Nas e Procura a smascherare l’operato di un medico dermatologo dell’ospedale Maggiore, nei confronti del quale è stata emessa una misura cautelare interdittiva, oltre alla sospensione da parte dell’Ausl per un anno dall’esercizio dell’attività specialistica ambulatoriale.

L’indagine, per abuso d’ufficio continuato e per l’apertura e mantenimento in esercizio di un ambulatorio privato senza la necessaria autorizzazione, poggia le basi all’inizio della scorsa estate quando, cioè, l’Azienda sanitaria informa i carabinieri del Nas di alcune strane segnalazioni arrivate da pazienti in procinto, a dire del sanitario, di essere operati. Questi ultimi, infatti, si erano rivolti al dermatologo del Maggiore per una visita, lo stesso – sempre stando alle accuse –, poi, prospettava loro la necessità di un intervento chirurgico da fare con urgenza.

Non solo. Dopo aver spiegato che le liste d’attesa erano molto lunghe – un’informazione molto spesso non vera per gli investigatori –, la soluzione sarebbe stata quella di effettuare il tutto all’interno del suo studio medico della città. E le persone che hanno seguito quella sua ‘dritta’, secondo l’indagine diretta dal pm Rossella Poggioli, sono state alcune decine. Una trentina, infatti, quelle sentite dai Nas che hanno accertato, inoltre, che il medico si faceva pagare dai 300 ai 500 euro per ogni operazione e che l’attività sarebbe andata avanti dal 2017.

Lo stesso, su richiesta della stessa Procura, è già stato rinviato a giudizio alcuni mesi fa ma, sempre stando agli addebiti, avrebbe continuato a reiterare la condotta illecita. Cosa che ha portato ora il pubblico ministero a chiedere e ottenere una misura interdittiva al gip Grazia Nart. Sul professionista, 57 anni di origini calabresi, da tempo in forza al Maggiore e senza mai nessun tipo di problema, l’Ausl ha avviato un procedimento disciplinare e lo ha sospeso da ieri per un anno.  

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