’Destino dell’Occidente’: così cerchiamo un futuro

Da mercoledì nella chiesa di San Petronio incontri con Ravasi, Cacciari e Dionigi. Il monito: "Roma indicò Enea come suo fondatore. Che era un ’profugo’".

’Destino dell’Occidente’: così cerchiamo un futuro

’Destino dell’Occidente’: così cerchiamo un futuro

Tre appuntamenti nella basilica di San Petronio per capire come l’Europa possa ritrovare la sua identità spirituale e politica, essere fedele alla sua vocazione storica: solidale e inclusiva. ‘Destino dell’Occidente: tre incontri con Gianfranco Ravasi, Massimo Cacciari e Ivano Dionigi’, che proseguirà fino a giugno, prende il via mercoledì 17 aprile. "Roma ha riconosciuto Enea come grande fondatore, che non era un principe, ma un profugo. È stata inclusiva fin dalle origini – spiega il latinista Dionigi –. Il tentativo degli incontri è quello di attingere al sottosuolo, alle miniere delle grandi tradizioni dell’Europa, non dimenticando i suoi momenti negativi e i suoi tradimenti". Agli incontri sarà presente anche il cardinale Matteo Zuppi: "Le parole ci aiuteranno a capire il destino dell’Occidente – racconta –, perché non sia un destino di declino e di fine, ma sappia dare nuovo impulso all’umanesimo".

Ad aprire la rassegna, a cura dell’Arcidiocesi, della basilica di San Petronio e del Centro studi La permanenza del Classico dell’Unibo, sarà il cardinale Gianfranco Ravasi, mercoledì prossimo alle 21, il quale, con la relazione ‘Cristianità e Europa’, proporrà un itinerario che ripercorre l’incidenza che la Bibbia ha esercitato sull’arte e sulla cultura europea. Le letture di testi biblici saranno affidate all’attrice Manuela Mandracchia. Il 15 maggio, sempre alle 21, sarà Massimo Cacciari a tenere la lezione ‘Le filosofie del tramonto’, in cui illustrerà come tra ‘800 e ‘900 filosofi, storici, sociologi, tutti animati da spirito critico e anticonformistico, abbiano analizzato la crisi culturale e politica d’Europa e profetizzato la sua catastrofe. È stato, quello, il secolo in cui l’Europa correva alla guerra cantando il progresso e le fortune dell’economia e della tecnica, in cui il Futurismo tagliava i ponti con la tradizione e irrompeva un nuovo pensiero: il nichilismo, col quale stiamo ancora facendo i conti. In questo caso, sarà Paola De Crescenzo a leggere Nietzsche, Kraus e Spengler. Il 5 giugno sarà proprio Ivano Dionigi, direttore del Centro studi La permanenza del Classico, a concludere sul tema ‘L’eredità di Roma’. Un triplice lascito: linguistico, che ha segnato, fino all’Ottocento e oltre, i tre universalismi europei: l’impero, la chiesa e la scienza; giuridico, che ha fondato il diritto civile europeo, e un’eredità politica, come modello di inclusione: dall’accoglienza dei popoli confinanti da parte del fondatore Romolo fino all’estensione del diritto di cittadinanza ai popoli conquistati da parte degli Imperatori. Per questo Roma, ancor più di Gerusalemme e Atene, è da considerarsi all’origine dell’idea e dell’identità dell’Europa. Per quest’ultimo appuntamento, le letture dei testi di Virgilio, Seneca, Tacito, Kavafis sarà affidata all’attrice Sonia Bergamasco. L’ingresso agli appuntamenti è libero.

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